Thailandia, tutti i luoghi comuni da spazzar via

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Mi si dice la Thailandia sia un paese in cui la corruzione dilaga ad ogni livello, mi si dice pure al minimarket oltre a aranciata e merendine ti ci possa comprare una sveltina nel retrobottega e che qui al nord, “lassú, dietro quelle colline”, distese di papaveri da oppio attendano serene il tempo del raccolto. Questo mi si dice e non voglio essere inutilmente scettico, qualcosa se non tutto di vero ci deve pur essere ma sia io vittima di una candid camera o meno, di questo meraviglioso paese non ho visto che l’altra faccia.

Al minimarket faccio la spesa soltanto e la cassiera neppure mi sorride, c’avrá un appuntamento col dentista, pure per strada le ragazze mi ignorano e anche anche mi venissero a cercare e cadessi in tentazione non avrei dove portarle, ché ogni hotel in cui sono stato rifiuta ospiti esterni, uno vende pure oggetti di artigianato prodotti da ex-prostitute.

Un bel massaggio peró me lo sono proprio fatto fare, da Lila Massage (http://www.chiangmaithaimassage.com/), sei euro per un’ora di relax con Tho, che come le sue colleghe ha imparato l’antica arte mentre era in carcere, grazie alle insegnanti dell’istituto nazionale, il quale é pure uso portare i propri allievi a trattare anziani e bambini disabili.

E proprio ci volevano quelle mani capaci sui muscoli stanchi delle mie spalle, dopo un’intera giornata a pagaiare giú per le correnti del fiume, in mezzo alla giungla, assistito da un ottimo team di simpaticissimi esperti. Credo il loro sia il miglior lavoro al mondo, vivere di rapide e viste mozzafiato, ma c’é poco da fare, non preparare il curriculum, ché l’organizzazione arruola esclusivamente ragazzotti belli e forti, e solo dai poverissimi villaggi delle montagne attorno.

Penso ora al modo di far turismo in Italia, alle Rimini e Coste Smeralde, mi chiedo chi tra il nostro e la Thailandia sia il paese che piú deve imparare a integrare ospitalitá, territorio e tessuto sociale.

Davide Miozzi

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