Under 29, crollo del lavoro nei primi mesi del 2013

L’Italia non è un paese per giovani. Non è la prima volta, purtroppo, che lo scriviamo su questo sito: ma siamo costretti a farlo ogni qualvolta arrivano dei dati che riguardano il mondo del lavoro. Ovvero la speranza di potersi costruire sogni, ambizioni, una vita (normale o meno).

Prendiamo le cifre di Datagiovani: l’analisi prende in considerazione le previsioni di assunzioni per i giovani (qua considerati under 29) nel primo trimestre 2013. Aldilà che under 29, con l’aria che tira in Italia per il lavoro, significa ormai bambini, ma il calo previsto è del 26%. Ovvero, un giovane su quattro che lo scorso anno – e già a fatica – trovava un impiego, quest’anno non lo farà. Si dirà che il calo vale per tutte le assunzioni. Vero: ma in generale, ovvero per qualsiasi classe d’età, la flessione è del 9%. Per i giovani è tre volte tanto, e se si parla di contratti a termine si arriva ad un calo del 28%.

“Meno sbocchi nei settori abituali: commercio, ristorazione, finanziario-assicurativo” sostiene il report di Datagiovani, sono pochissimi i settori dove c’è qualche possibilità in più. Ce la possono fare gli ingegneri, i servizi di assistenza ai clienti, gli operatori dell’estetica. E il calo di richiesta di camerieri, operai e commessi fa capire che è in crisi anche il tipico lavoro  di inizio carriera, spesso stagionale.

Vorremmo scrivervi qualcosa di diverso, ma non possiamo fare altro che ribadire: l’Italia non è un paese per giovani. E allora girate il mondo, esplorate altre nazioni, viaggiate e lavorate: non vorremmo che fra qualche mese And sia costretto a raccogliere i diari di chi non è partito, ma in Italia ci è rimasto.

And

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