Ungheria, Klubràdiò vince il ricorso

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Come sempre, torno a Est. Questa volta un po’ in ritardo. E alla fine capirete perché.

Il pomeriggio del 14 marzo ho ricevuto una mail da Arató András, il direttore di Klubrádió. La radio ungherese che rischia di essere chiusa per volontà del premier conservatore Victor Orbán, il “bonapartista” per dirla con Giuliano Battiston de Il Manifesto. Oggetto della mail: incomprensibile . Seguiva un testo di un comunicato stampa scritto in ungherese. Incomprensibile anche questo. A notte inoltrata, dopo mia richiesta, ho ricevuto la versione in inglese.

E’ passata una settimana. Solo questa sera sono riuscito a leggere il testo. E sono felice di poterlo tradurre per chi si fosse perso la notizia: Klubrádió ha vinto il ricorso in appello. La frequenza 95.3 MHz dovrà essere riassegnata. Autoradio, l’emittente a cui il Consiglio dei media – l’organo di controllo dell’informazione voluto dal partito al governo (Fidesz) – aveva assegnato le frequenze è fasulla. Anzi, scrive la Corte, ha un “format di programmazione pari a zero”.

Il giorno dopo la sentenza, a Budapest, le manifestazioni non sono mancate. L’appuntamento era a Szabad Sajtó út, in via della Stampa Libera, sul lato di Pest del ponte di Erzsébet. I vertici di Klubrádió si aspettavano un’assegnazione automatica delle frequenze ma il Consiglio dei media li ha gelati promettendo una nuova gara, il cui esito non è scontato. La storia continua, ma la mobilitazione a volte paga.

Torno a casa. E al motivo del ritardo. Tra Gorizia e Trieste in questi ultimi tre mesi è accaduto qualcosa di simile. Con tutti i distingui e le proporzioni del caso, sia chiaro. Ma gli elementi ci sono tutti: una commissione, un giudizio di “inamissibilità” e una decisione di togliare i fondi a una realtà che “vive, ricorda e splende”. E’ la storia di Sconfinare, il giornale universitario che ho la fortuna e l’orgoglio di dirigere. La trovate raccontata qui.

Olè!

Davide Lessi

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