Venezia, con FairBnB la vacanza è etica (e aiuta il territorio)

Prenotare una vacanza etica e combattere il coronavirus. FairBnB.coop, sistema di prenotazione di alloggi, alternativa e solidale al booking tradizionale, in questo difficile momento per l’economia e per il turismo si impegna maggiormente mettendosi a  servizio per l’emergenza Covid. La piattaforma, unica al mondo, ha un modello di business responsabile che prevede la destinazione del 50 per cento delle commissioni sulle prenotazioni a progetti di comunità a rilevante impatto sociale. In questo momento, la parte di commissione, sarà devoluta a istituti e organizzazioni impegnati nella lotta alla pandemia e legati alle sei città pilota di Genova, Bologna, Venezia, Amsterdam, Barcellona e Valencia.

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Finanziato anche da Banca Etica, questo sistema di home sharing privilegia le persone e le comunità locali rispetto al profitto e offre la possibilità di esperienze di viaggio realmente autentiche e sostenibili. Cfi-Cooperazione Finanza Impresa rinnova l’interesse per quelle realtà che mettono al centro il territorio e la persona ed entra nel progetto con una partecipazione di 50mila euro e un prestito subordinato di altri 50mila euro. Il progetto attuale prevede di coinvolgere i potenziali futuri viaggiatori: prenotare oggi dando una mano a medici, infermieri e personale sanitario e partire per le vacanze appena sarà possibile. A Bologna il denaro (il 50% delle commissioni) sarà devoluto alla Fondazione Sant’Orsola, a Venezia alla Regione Veneto e a Genova alla Regione Liguria. Un enorme sforzo in un momento così delicato per la start-up turistica che però prova a ripartire dai principi ispiratori della cooperativa: mitigare gli effetti degli impatti del turismo sulle comunità locali, proteggere la residenzialità e combattere la gentrificazione.

Due sono le regole base: ogni host può mettere a disposizione un solo alloggio per evitare speculazioni e la metà delle commissioni devoluta ad associazioni no profit per lo sviluppo del territorio. Una crownfoundig civico che collabora con programmi ambientali, di social housing, di restauro, cooperative di acquisto, aree giochi, luoghi di aggregazione sociale e molto altro. Fairbnb.coop, che conta 17 soci e ha compiuto un fundraising per oltre 600mila euro, di cui un quarto con capitale dei cooperatori membri, a regime punta ad avere un assetto democratico: sono i residenti a stabilire, all’interno di una rosa di proposte, come e con chi operare all’interno della propria comunità. La piattaforma non è, quindi, di proprietà di anonimi investitori ma sarà chi la usa e ne subisce gli effetti: host, ospiti, imprese locali e vicini di casa: tutti cooperano in una governace distribuita per costruire il cambiamento nella propria città. Sostenibilità, compartecipazione, trasparenza e responsabilità: Fairbnb si impegna a salvaguardare la privacy e la sicurezza degli utenti.

«Fairbnb è la dimostrazione che si può fare sharing economy non per estrarre valore dai territori ma per contribuire direttamente al loro sviluppo. Investendo sulla responsabilità delle persone e sul loro protagonismo», afferma il presidnete di Cfi, Mauro Frangi. «Coniugare le enormi possibilità di condivisione che offrono le tecnologie digitali con i principi mutualistici e democratici propri del modello cooperativo – conclude – apre una strada che, oggi più che mai, può contribuire a costruire un futuro più sostenibile e più equo per le persone e le comunità».

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