Veneto, tre femminicidi in 10 giorni. Coordinamento Iris: «Centri antiviolenza femministi esclusi dal tavolo regionale»

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Tre femminicidi in dieci giorni in Veneto: Chiara Ugolini è stata uccisa il 5 settembre a Calmasino, nel Veronese, Rita Amenze il 10 settembre a Noventa Vicentina, Alessandra Zorzin il 15 settembre a Valdimolino di Montecchio Maggiore da una guardia giurata. Tre tragiche vicende che mettono al centro del dibattito pubblico il tema della violenza degli uomini sulle donne. L’assessore regionale competente Manuela Lanzarin commenta: «Siamo di fronte a una sequela di tragedie orrende con l’unico comun denominatore della violenza sulle donne, con conseguenze umane e sociali drammatiche anche per le famiglie e in particolare per i bambini», e convoca per il 20 settembre il Tavolo di Coordinamento Regionale per la Prevenzione e il Contrasto alla Violenza Contro le Donne, da poco istituito.

Coordinamento Iris striglia la Regione

Ma proprio il tavolo regionale è preso di mira dal Coordinamento Iris, che riunisce sette centri antiviolenza storici e femministi della regione. Contestano di essere stati esclusi dalla nomina dei componenti del tavolo stesso, avvenuta con DGR n. 1032 del 28 luglio 2021: «Non abbiamo potuto non notare, nella scelta dei componenti, l’assenza di un soggetto idoneo a rappresentare i numerosi centri antiviolenza gestiti da soggetti privati e nati dal lungo percorso politico femminile e femminista che, nel territorio della Regione Veneto, lavorano da moltissimi anni. Questo a fronte di ben 3 candidature presentate ed espresse congiuntamente dai componenti dal coordinamento Iris con l’obiettivo di garantire ampia rappresentatività e massima condivisione».

Iris è oggi composto da 7 soggetti che promuovono e gestiscono un totale di 13 centri antiviolenza, 26 sportelli e 7 case rifugio a copertura di 6 province. Si tratta di Belluno Donna, Cooperativa Iside di Venezia Mestre, Centro Veneto Progetti Donna di Padova, Spazio Donna di Bassano del Grappa, Donna Chiama Donna di Vicenza, Telefono Rosa Verona e Telefono Rosa Treviso.

«Tre fra questi fanno inoltre parte della rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re – si legge nel comunicato diramato dal Coordinamento Iris il 14 settembre – a sua volta composta da 82 organizzazioni che gestiscono oltre 100 centri antiviolenza in tutta Italia e che interloquisce quotidianamente e direttamente con il ministero ed gli enti governativi preposti. Riteniamo quindi che la mancanza di un soggetto appartenente a questa rete depauperi significativamente il potenziale del tavolo tecnico nonché una sua equa rappresentatività, tralasciando una grande occasione di lavoro organico e maggiormente efficace e generando il rischio di attivazioni non coordinate di percorsi paralleli».

La replica di Lanzarin

Una replica implicita alle critiche dei sette centri antiviolenza arriva dall’assessore Lanzarin in un comunicato diffuso dalla Regione il 16 settembre. «Mi aspetto un confronto a tutto campo e risultati improntati alla concretezza – dice l’assessore – e per questo non è un caso che al termine della riunione del Tavolo, presenti i suoi componenti, si aprirà un momento di confronto con tutti i soggetti promotori e gestori dei Centri Antiviolenza, degli Sportelli di Ascolto e delle Case Rifugio, nonché dei Centri per autori di violenza».

Di fatto, è quanto chiesto dal Coordinamento Iris che, al di là della critica alle nomine, nella sua nota si augurava che la Regione garantisse «anche al di là dei lavori del Tavolo un dialogo attivo con tutte le rappresentanti degli enti che gestiscono i centri antiviolenza e le case rifugio come già è stato fatto in passato».

Le nomine del Tavolo antiviolenza regionale

La delibera di giunta regionale 1032 del 28 luglio nomina i componenti del Tavolo di coordinamento regionale per la prevenzione ed il contrasto alla violenza contro le donne. Per i quattro componenti nominati su proposta degli Enti promotori dei centri antiviolenza o case rifugio iscritte negli elenchi regionali sono state presentate 14 candidature. I quattro componenti nominati sono Roberta Toffoli, su proposta della Fondazione Eugenio Ferrioli e Luciana Bo onlus, Laura Miotto, su proposta di Una casa per l’uomo società cooperativa sociale, Paola Nicoletta Scarpa, su proposta del Comune di Venezia, ed Elisabetta Sega, su proposta del Comune di Verona.

Brian Vanzo, presidente dell’associazione ARES Aps, è stato nominato tra i soggetti con almeno tre anni di esperienza nell’ultimo quinquennio nel ruolo di responsabile della gestione di centri per il trattamento di uomini autori di violenza. I due componenti con esperienza di pronto soccorso e medicina di base sono Catia Morellato, Dirigente medico presso la UO di Accettazione e Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Montebelluna – Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana ed Elisabetta Ruzzon, Dirigente medico presso la UO di Accettazione e Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Santorso – Azienda ULSS 7 Pedemontana.

Infine fanno parte del tavolo alcuni esponenti istituzionali: Michela Gottardo, designata dall’ANCI del Veneto, Beatrice Musolino, designata dalle Prefetture del Veneto, Giampaolo Palmieri designato dalla Polizia di Stato ed Emanuele Spiller designato dall’Arma dei Carabinieri, Paola De Franceschi, designata dalla Corte d’Appello di Venezia, e Gabriella Salviulo, designata dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università degli Studi di Padova.

Foto di Isaiah Rustad da Unsplash 

Ti potrebbe interessare

Voci dal deserto