Vienna: un "vento intestinale" da 500 euro (ridotto in appello a 100)

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Di rumorose quanto “clamorose” emissioni di gas intestinali sono pieni i ricordi famigliari e i film non particolarmente apprezzati dai critici cinematografici, ma quella prodotta da un ventiduenne viennese nell’estate scorsa ha battuto tutti i record. La sua eco è giunta fino a Londra e da lì, grazie alla Bbc, in tutto il mondo. Oggi, a quasi un anno di distanza, se ne discute ancora nelle aule dei tribunali.

Ma ecco i fatti: nel giugno del 2020 durante un controllo di polizia all’interno di un parco pubblico a Vienna, un giovane di cittadinanza non austriaca ha rilasciato una potente emissione gassosa che le forze dell’ordine hanno considerato oltraggiosa tanto da arrivare a comminargli un’ammenda di 500 euro. La notizia è finita rapidamente sulle pagine dei giornali destando una certa ansia in una fetta non piccola della popolazione austriaca, quella che pensava di poter liberarsi dagli abituali fastidi intestinali senza dover incorrere in sanzioni pecuniarie.Tornando ai fatti, come spiegato in un lungo articolo di “Der Standard” del 7 aprile scorso: “La polizia viennese aveva sanzionato l’uomo con una multa di 500 euro per aver violato la pubblica decenza lasciando deliberatamente sfuggire un rumoroso vento intestinale (Darmwind). Il tribunale amministrativo regionale di Vienna ha ora ridotto la multa a 100 euro, ma ha sostanzialmente confermato la decisione della polizia.
L’uomo aveva fatto ricorso contro la multa. sostenendo che si era trattato di un “processo biologico” e che comunque, anche in caso di emissione volontaria, si sarebbe trattato di una “libera espressione del pensiero”. Ma, come capita spesso, “il diavolo sta nei dettagli” e la ricostruzione dell’accaduto ha spinto il tribunale a ridurgli a 100 euro l’ammenda solo in quanto il giovane non aveva precedenti penali amministrativi.

Come precisato nella sentenza: “Durante il controllo di polizia l’uomo ha sollevato le natiche lasciando deliberatamente sfuggire il vento intestinale tanto che tutti i presenti nelle vicinanze se ne sono accorti e gli amici del giovane hanno commentato facendo battute”.
Secondo il tribunale, quindi, non si è trattatto di un caso di libertà di espressione, perchè quest’ultima deve possedere un “contenuto comunicativo” che l’emissione gassosa, evidentemente non possiede. Inoltre, ha precisato la Corte: “Si tratterebbe di una forma di espressione che supera i confini della decenza e appare idonea a minare completamente qualsiasi ordinamento e a renderlo ridicolo”.

mb

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