Weekend a Valencia, fra storia e paella

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Mi prendo una piccola vacanza per ritornare l’ennesima volta in Spagna…è un paese interessante per storia, tradizioni, cucina, folklore e molto altro. Viene con me un’amica che vuol prendersi una pausa dall’ufficio e approfittiamo del ponte di Carnevale e via…la Ryan Air ci porta in due ore da Treviso a Valencia, dalla pioggia battente che ci accompagna per tutto il tragitto in auto fino all’aeroporto di Treviso al sole tepido e piacevole della costa orientale iberica. Organizzare il viaggio è stato facilissimo attraverso il portale turistico di Valencia.

valencia1Non vedo l’ora di respirare un po’ d’aria nuova e stare all’aperto. Quando arriveremo, scopriremo che a Valencia l’aria è proprio buona e la città ha moltissimo verde. Il Turia, il fiume che è esondato nel 1954 ed ha causato danni gravi a città e popolazione è stato successivamente interrato e il suo letto trasformato in un parco che circonda la città antica e alcuni quartieri più nuovi perlomeno 10 km da nord ovest a sud est giù quasi fino al mare. Un piacere per sportivi a piedi o per chi voglia farsi un giretto in bici (come noi) o migliorare le proprie performance in molti sport: ci sono spazi per la pallavolo, per il calcio, per il lancio del peso, per il baseball e chi più ne ha più ne metta. La mia città ideale – penso – vedendo la gente salutista che fa sport e passeggiate.

Tutto è in ordine, tutto in regola…tutto pulito….non c’è nulla fuoriposto: pare proprio una città ideale. Ci riserviamo però il giro attorno alla città per l’ultimo giorno. Prima ci avventuriamo con la metro fino al centro alla parte della città antica. Qui si susseguono i monumenti e le piazze storiche, ben conservate e con un traffico solo parziale; una buona parte del centro è pedonale, ma il resto comunque mantiene l’accesso alle auto che si muovono ordinate e senza la frenesia che conosciamo nelle nostre metropoli italiane.

Cominciamo con lo scendere alla fermata della metro Turia la più vicina al nostro Hotel, ma passiamo prima per quella di Valencia Nord che assieme alla altra stazione ferroviaria dedicata a Joaquin Sorolla costituisce i due poli ferroviari (della Renfe) della città.

Facciamo la tessera metro che vale 3 giorni così abbiamo anche sconti nei ristoranti ed in alcuni musei. La scelta si rivelerà molto comoda e vantaggiosa.  Arriviamo  all’hotel, si depositano i bagagli e si parte per l’avventura turistica…mi sento libera di camminare per la città con il naso all’insù…i palazzi sono molto alti in genere lungo le strade del centro, ma piacevolmente coronati da viali alberati e piazze con aiuole ben tenute e  in fiore. Passiamo per la Piazza  dell’Ajuntamiento e poi per la Piazza de la Reina: sono due poli importanti assieme alla Piazza del Mercato per avvicinarsi alla città antica. Vorremmo vedere il più possibile e sgambettiamo a destra e sinistra di buona lena…la pagherò l’indomani mattina con i miei poveri piedi doloranti!!!

E poi si fa ora di cena…vediamo una piccola Tapas, uno di quei bar ristoranti dove puoi mangiare mordi e fuggi seduta al banco oppure accomodarti al tavolo. Preferiamo la seconda opzione e ci facciamo portare il menù completo “tapas” con le tipiche cose spagnole…assaggi fritti, olive, sardine ecc. Il tutto innaffiato da un buon bicchiere di tinto.

valencia2Verso le 22 le serrande dei negozi si abbassano e le luci diminuiscono si fanno più buie le strade eppure nulla incute paura, non funziona come nelle nostre città dove già all’imbrunire, meglio rincasare specie in alcuni quartieri persino di medie città e soprattutto delle periferie. Qui la gente continua nel suo andirivieni e si attarda seduta ai tavolini. In fondo è sabato sera e la “movida” c’è anche qui.

Noi stiamo ancora un po’ in giro, ammiriamo la città di notte e scattiamo qualche foto qua e là…con un occhio alla guida cartacea per vedere di che si tratta ma con la disinvoltura del turista che vuol godersi una bella passeggiata in un bel salotto urbano.

Si va a dormire prestino per prepararsi alla bella serena giornata dell’indomani.

Sveglia alle 8…e la colazione? A casa di solito son costretta  a bermi un caffè in fretta al bar, sostando con l’auto in divieto davanti al bar; qui non vedo l’ora di bermi in santa pace un cappuccino e di affogarvi un dolce tipico che però si rivela una delusione: una specie di galletta al cioccolato. Confesso: preferisco il mio solito muffin al cioccolato. Comunque la giornata comincia con calma e anche per tutto il giorno ci proponiamo di mantenere ritmi lenti. Infatti verso le dieci poi ci indirizziamo al museo archeologico della città che ha entrata gratis di domenica; poi la casa della Seta dove mi immagino la scena dei mercanti in pieno Cinquecento scambiarsi le stoffe, contrattare, senza far caso alle bellezze architettoniche del palazzo e soprattutto al soffitto ligneo che anche noi possiamo ammirare nella sua versione originale istoriata in ogni centimetro. Eh sì ci sapevano fare una volta…sento commentare in italiano al mio fianco: sono turisti toscani con la famiglia. Ci sono parecchi italiani qui a Valencia e molti decidono anche di fermarsi  a lavorare o a viverci.

Comincia il delirio delle costruzione antiche: arriviamo al vecchio cardo e decumano della città, di quando ancora Valencia si chiamava Valencia Edetanorum perché fondata appunto dagli Edetani, popolazione indigena che risiedeva nella penisola iberica sin dai secoli avanti Cristo. Ma furono i Romani a fondarla appunto nel II sec a. C. secondo i loro progetti urbanistici che ricordano il castrum dell’esercito. Castrum visibile in alcune rovine del Museo Archeologico. Si fa l’ora di pranzo e dopo aver fatto un giro all’interno della splendida cattedrale colma di fedeli per il rito domenicale (gli Spagnoli sono cattolicissimi ed anche Valencia è una città di profonda fede, particolarmente devota alla Vergine Maria, come testimonia la cattedrale appunto che ad essa è dedicata). L’immagine di Maria ricorre ovunque e anche quando entriamo nelle tiendas a comprare dei souvenirs, ci appare la madonna pure nelle calamite da appendere al frigo di casa…Non mi piace questo business sulla fede…e comincio a discutere con la mia amica che invece è credente e praticante…la discussione procede animata per qualche minuto e poi a farci tornare tranquille si presenta un bel posto nella piazza della cattedrale dove sediamo ad ordinarci una cerveza (birra) ed un toast…siamo capitate male!! È un bar di cinesi, ma il posto è talmente panoramico che resistiamo e stiamo al sole per un’oretta. Si chiacchiera, si sorride di chi è rimasto a lavorare o ad annoiarsi sotto la pioggia battente qui in Italia e ci compiacciamo con noi stesse per la scelta della città che si rivela anche più bella ed interessante di quanto avessimo immaginato.

Sentiamo della musica provenire dalla piazza vicina poi all’improvviso un rumore di fuochi d’artificio…e dopo circa mezz’oretta una folla che sciama di ritorno dal centro della città verso l’esterno della città vecchia. Ci informiamo e ci dicono che è la prima domenica di marzo in cui si festeggia e c’è la sfilata dei carri di Carnevale; il pomeriggio infatti sarà tutto un passare di maschere, di carri, di gente con o senza costume. Scattiamo molte foto e cerchiamo di scambiare due parole con il cinese del bar in uno spagnolo stentato: veniamo a sapere che ogni domenica c’è festa in centro o con le maschere o con i costumi tipici della zona e della regione che non è più la Castiglia ma una Comunidad indipendente.

valencia3. Ora ci gustiamo un ‘ottima paella alla Valenciana con coniglio e pollo, fagioli e ceci. Saporitissima e accompagnata da una birra bionda leggera ci porta fino alle 21:30. Rientriamo in hotel e nonostante la mia amica abbia voglia di parlare e cerchi di intrattenermi nella hall per due chiacchiere, io dico che sto crollando dal sonno, mi ritiro in camera, fingo a me stessa di leggere un po’ e dormo di piombo fino all’indomani.

Il giorno seguente – un lunedì di lavoro – tutto ricomincia con un ritmo un po’ più accelerato per la città, ma mai come il nostro lunedì mattina. Qui decidiamo di noleggiare una bici per ciascuna e di percorrere tutto il letto del Turia attrezzato con piste ciclabili per arrivare alle costruzioni di Calatrava: il museo oceanografico (il più grande d’Europa), l’Hemisferic, ed il Museo de las Ciencias Principe Felipe. Un centro nuovissimo con costruzioni avveniristiche di Santiago Calatrava che paiono reggersi miracolosamente come un acrobata su un filo sospeso. Bellissimo il gioco di incontri tra architetture ed acqua con fontane e sculture nell’acqua. Tutto ha un colore abbacinante candido che nella giornata tersissima di sole e molto ventosa ci fa credere di essere quasi su un altro pianeta. Pedaliamo un po’ controvento, ma la voglia di arrivare a vedere è tanta: anche qui qualche foto nella luce del mattino e verso le 11 entriamo al Museo oceanografico. Bellissimo incontrarsi faccia a faccia con pesci di ogni tipo, compresi dei pescecani minacciosi e delle balenottere simpatiche che ci dilettano con i loro sinuosi volteggi nella vasca. E poi le otarie, le foche, i barracuda, la fauna mediterranea e caraibica…veramente i 25 euro dell’entrata valevano la pena. Un po’ meno invece i 5 euro per il sandwich che i morsi della fame ci costringono a prendere  al ristorante del centro Oceanografico…ma siamo in vacanza e si accetta anche questo!!

Rientriamo fermandoci lungo la pista ciclabile all’altezza del Museo delle Belle arti che ha accesso gratuito e in cui passeggiamo con piacere, contornate da dipinti che vanno dal Medioevo (trittici e icone) al Novecento; ci soffermiamo alla mostra interna dedicata al pittore locale  Joaquìn Sorolla e poi soprattutto davanti ai quadri di Francisco Goya…sempre molto interessanti nonostante la scelta sia un po’ ristretta. Eccoci sulla via di ritornare in hotel. Restituiamo le bici e ripartiamo a prendere la metro: è il momento dello shopping e ci perdiamo dietro l’hotel nel grande centro commerciale El corte Inglès, che si trova in ogni angolo di Valencia come nel resto della Spagna. C’è di tutto e non manchiamo di uscire con degli acquisti; pashmine, t shirt e profumi. Prodotti forse poco spagnoli, ma da classico shopping femminile!!!

Bissiamo per cena presso il solito ristorante della sera precedente; stavolta la paella però sarà con polipi e seppioline…ottima anche questa!! Peccato non poterla mangiare anche da noi così saporita!

L’indomani arriva veloce e a malincuore al mattino ci avviamo verso l’aeroporto. Il volo parte regolare. Atterriamo a Treviso verso le 14, ma sembra già sera tanto il cielo è grigio e plumbeo. Per fortuna non piove, ma ci sono almeno 8/10 gradi di meno rispetto a Valencia.

Ritorniamo nelle nostre case con l’unico scopo di andare subito a vederci le foto e perché no, di scrivere due righe sul nostro piccolo viaggio che ci ha aiutato a staccare un po’ dalla solita routine del lavoro, della scuola, degli articoli presi nella morsa della velocità come vuole la migliore tradizione del  Nordest…

Bruna Mozzi



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