La fotografia che cambia e Roberto Traina

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A Padova cambiano tante cose, anche in fotografia. E questa è la storia di una cosa che prima non c’era e adesso c’è. Il cambiamento quindi va cercato nella novità, una bella novità.

Roberto l’ho conosciuto nel 2011.

Un comune amico mi fece conoscere le sue fotografie, mi parlò di lui, mi introdusse nel mondo di questo particolare artista che divideva il suo tempo e il suo spazio tra Palermo, città in cui è nato, e Phnom Penh, città che lo ha affascinato e adottato.

E fin dall’inizio rimasi colpito da due cose sopratutto. La sua chioma Rasta, e la sua capacità di fotografare i volti della gente, il suo modo assai inusuale di intendere la tecnica del reportage. Rimasi incantato da quei sorrisi di bambini, perché si capiva da lontano che non erano i sorrisi dei bambini poveri del mondo verso chi può dargli un pezzo di pane ma piuttosto sorrisi consapevoli, alla pari.

Mi informai un pò in giro ma, a parte una pagina su fb ed un sito piuttosto incerto, non riuscii a captare molte notizie. Insomma, non lo conosceva nessuno.

A volte le circostanze della vita concorrono al determinarsi di eventi importanti. Così dopo qualche tempo scoprii che Roberto aveva una sorella che viveva a Padova e che presto sarebbe arrivato dalla Cambogia. E qui comincia la storia.

E’ nato a Palermo 34 anni fa. A Palermo gestisce un bar insieme ad alcuni amici. Appassionato di musica e teatro per qualche anno “fa la bella vita”, gira in Porsche e si diverte. Ma lo spirito artistico è sempre vivo in lui e nel 2007 approda alla fotografia, quasi per caso. Un giorno “ruba” la macchinetta fotografica a sua sorella e comincia a divertirsi con questa nuova arte comunicativa.

L’interesse cresce e decide di frequentare un corso di fotografia per Fotoreporter. Segue la sua vocazione e parte subito per l’asia e si trasferisce prima a Bangkok dove frequenta una prestigiosa scuola di fotografia e poi a Phnom Penh in Cambogia dove inizia a collaborare con diverse riviste locali come il Cambodia daily e produce numerosi reportage per vari magazine e agenzie quali Demotix news, Potpourrì, I love Sicily , Backpackers magazine, Tattoo magazine, Giornale di Sicilia, Myshot,  Alamy images.

In perfetto equilibrio fra la sua terra e l’Asia nel 2011 entra in contatto e collabora con alcuni fra i maggiori nomi del fotogiornalismo siculo, Shobha Battaglia, Fabio Artusi, Toni Rappa , Licia Raimondi, mentre nel 2012 lavora come direttore della fotografia presso “Reverse Production” nella realizzazione di alcuni spot pubblicitari.

Ecco! Proprio in quel periodo l’ho conosciuto e ci siamo visti a Padova al Centro culturale Altinate. Roberto è un uomo minuto, piccolo, allora quasi nascosto da quella massa di capelli rasta che fungeva da corona o da criniera. Mi ha fatto tenerezza subito, e ho provato empatia appena l’ho visto, rispettosissimo di tutto e di tutti, quasi un PeterPan moderno e siciliano. Ha aperto il suo portatile Mac e con grande semplicità mi ha mostrato i suoi progetti, i suoi lavori.

Guardando capisci subito che sa lavorare con la luce, riesce a modellarla, sa plasmarla sui volti, e sugli oggetti. Ma mi attrae molto la sua esperienza Cambogiana. Gli chiedo come mai la sua attenzione è concentrata sui bambini e sulla gente di questi paesi. “Amo fotografare la gente da vicino: quindi mi trovo sempre a fotografare le persone con cui lavoro o comunque con cui passo del tempo. In Cambogia ho lavorato per una campagna di found raising per un ONG che lavorava nella discarica di Phnom Penh cercando di scolarizzare i bambini che abitano nella discarica. Quindi i bambini con cui lavoravo diventarono i miei soggetti ed i miei aiutanti allo stesso tempo. E’ un’esperienza che ti apre il cuore vedere questi bambini che ti vogliono aiutare perché sperano che tu gli faccia un sorriso, che tu gli voglia bene. Non ti chiedono mai l’elemosina, ti chiedono affetto perché è la mancanza di amore la cosa a cui non ci si abitua mai.
Per il resto mi piace fotografare la gente da vicino cercando di non dare nell’ occhio e cogliere così espressioni naturali e sincere”.

Ascoltando parlare Roberto, che non ha mai perso il suo slang siculo, cerchi subito di stabilire un collegamento, per capire cosa può legare due mondi tanto lontani, un legame che tenga insieme il tutto. Così è impossibile non fargli una domanda che in tanti gli avranno posto. Sorride, quasi a sottolineare il rebus, ma poi si concentra e trova il ponte, un filo sottilissimo che congiunge … e divide: “… per certi aspetti i due mondi si avvicinano, … qui la vita ha tempi diversi e le connessioni tra le persone seguono logiche inaspettate …proprio come a Palermo”. E forse ha centrato il punto, forse l’inaspettato nei meccanismi di connessione costituisce un buon elemento di congiunzione, di compatibilità.

Pian piano abbiamo anche cominciato ad immaginare una collaborazione con Arte Laterale. Lui è un grosso esperto di luce e mi ha proposto di tenere a Padova un workshop sull’uso creativo del flash in esterno, durante un reportage. Ne è venuta fuori un’esperienza fantastica http://www.artelaterale.it/news/336-lo-splendido-workshop-qfiat-lux-1-la-luce-in-tascaq.html  che ci ha fatto trovare tanti nuovi amici.

Poi ha cominciato a farmi entrare nel mondo del “Light Painting” che stava già portando avanti, un pò a Palermo e un pò in Cambogia. Sono fotografie strane, dove la luce non risponde più ai criteri classici che regolano la vita di tutti i giorni. La luce viene effettivamente creata, modellata sulle figure, angolata. Sono foto bellissime quelle di Roberto. Sembrano delle visioni cinematografiche, ma sono tutte costruite con grande rigore formale e tecnico.

E così, forti di questo, abbiamo lavorato mesi per portare a Padova una mostra davvero unica, prodotta da Roberto e dal Suo socio Gian Claudio Di Cecco, dal titolo “Hidden World” http://www.robertotrainaphoto.it/it/component/zoom/?catid=49 che ha al centro il tema dei Sette Peccati Capitali e resta uno dei migliori eventi fotografici visti a Padova negli ultimi anni.

E’ consapevole Roberto, sa di essere molto bravo, ma non se la tira, è un raro “modesto naturale”, e  forse non sa neanche proporre commercialmente il suo lavoro. Per cui si fa fatica a convincerlo del contrario. Noi di Arte Laterale, con molta fatica, siamo riusciti ad organizzare due ws di light painting tenuti da lui a febbraio di quest’anno e, siccome siamo testardi, lo riproponiamo nel 2014 completamente nuovo http://www.artelaterale.it/i-corsi-e-altro/486-fiat-lux-total-light-up-the-darkness-special-edition.html .

Roberto, che nel frattempo si è quasi del tutto trasferito in Cambogia e a Maggio del prossimo anno si sposerà in quella terra lontana con una splendida ragazza, mi ha promesso che se riusciamo ad organizzare il tutto viene a tenere questo corso. Da poco più di un anno ha aperto a Phnom Penh una scuola di fotografia e un’agenzia pubblicitaria, perché anche in Cambogia bisogna guadagnarsi il pane. Ma con la gioia e l’entusiasmo di sempre prende il primo aereo per  Venezia e torna, solo per noi. E solo per lui, a lato del ws faremo una proiezione fantastica dei suoi lavori più belli, più interessanti. Perché mentre io scrivo queste cose, lui è già immerso in un nuovo progetto fantastico, la fotografia “immersiva”.

Una volta mi ha detto

Fotografo quello che vedo in giro con la curiosità pura di vedere le cose così, come si palesano. Come potrebbe vederle un bambino. E cerco con la fotografia di rendere palese agli altri quello che tutti possono vedere, magari trovando soltanto punti di vista differenti, altri sguardi. Cerco di fare questo, esultando se riesco, e riprovando se fallisco.

Grazie Roberto, ti aspettiamo.

http://phnompenhadv.wix.com/ppadv360

http://www.robertotrainaphoto.it/

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