Nostalgici e disillusi: gli italiani all'estero e la crisi della politica

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urna-elettorale-2Invece di tradurre notizie online dal tedesco, francese o neerlandese, stavolta riporto la traduzione di un articolo letto su un tabloid inglese. Una serie di disavventure con i voli tra Europa e Giappone mi ha inaspettatamente portato sabato scorso su un velivolo British Airways e potendo scegliere tra qualche quotidiano locale per ammazzare il tempo l’occhio mi è caduto sul voluminoso Daily Mail, che tra gossip reale e notizie serie non annoia di certo.

L’articolo che riassumo è di Jason Groves ed è intitolato: “4 su 10 sono così stufi dalla politica che potrebbero non votare alle prossime elezioni”. Emerge in particolare una diffusa mancanza di fiducia tra gli elettori, minata soprattutto dai recenti scandali. Sono prevalentemente i giovani sotto i 30 anni ad essere disaffezionati alla politica, facendo temere per il futuro della democrazia in UK. Molti cittadini non trovano alcun partito che possa rappresentare le loro idee politiche o che difenda i comuni interessi. Non si può sapere quando e se tale disaffezione risulterà nel rifiuto dell’attuale democrazia rappresentativa, ma prima che i votanti diminuiscano ulteriormente i partiti dovrebbero prendere provvedimenti urgentemente per recuperare la fiducia nella vita pubblica. In particolare, ha suscitato una certa reazione la dichiarazione di un presentatore radiofonico che ha detto di non aver votato alle precedenti elezioni perché aveva trovato la scelta decisamente poco attraente.

Fin qui l’articolo. Temo che il “mal di politica” sia piuttosto diffuso in Europa negli ultimi anni, anche in Italia. L’impressione dall’estero è che nel nostro Paese la fiducia nei rappresentanti politici sia notevolmente calata negli ultimi anni. Invece che a colpi di programma, i diversi partiti si fanno la guerra su questioni personali, attaccando slealmente gli avversari pur di screditarli, non fermandosi nemmeno di fronte al più becero turpiloquio. Gli scandali, dagli assessori comunali ai parlamentari, non fanno più notizia, i soldi pubblici spesi per interessi privati sono quasi all’ordine del giorno. Gli Italiani all’estero, secondo la mia modesta esperienza, si possono dividere in due gruppi: i nostalgici, che continuano a votare il partito di famiglia cui sono affezionati e cui credono ciecamente, ed i disillusi, specialmente giovani, come descritto da Mr. Groves, che sono combattuti tra sperare nel rivoluzionario (a parole) di turno e non votare più considerando tutti i politici alla stessa stregua. Mi resta un dubbio, non è che i politici di oggi ci rappresentino davvero, perché noi stessi (in genere) abbiamo perso gli ideali romantici e guardiamo solo al nostro interesse, per cui se ci capitasse di avere il loro posto ci comporteremmo alla stessa maniera?

Lidia Pittarello

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