Un mese sperduta in una capanna in Lapponia

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Nel 2010, dopo molti anni trascorsi tra le montagne svedesi da turista, ho scelto attivamente di poter diventare la responsabile di una dei rifugi lapponi, che si trovano all’interno di uno dei tre parchi nazionali dell’estremo nord. Un mese in completo isolamento, senza acqua corrente, né luce e con tanto tempo a disposizione per scoprire quelle terre selvagge.

L’esperienza necessita di una certa pianificazione. Tutto il necessario deve essere sul posto durante l’inverno; si spedisce il cibo, e tutto ciò che si conserva, mentre al momento del volo si possono portare con sé venti chili per persona. Pochi per tutto ciò di cui si ha bisogno, ma ho imparato che poche cose sono veramente indispensabili nella vita!

Siamo partiti in macchina da Stoccolma, dopo 1000 chilometri abbiamo fatto gli ultimi acquisti necessari all’esperienza e dopo altri 400 chilometri di Svezia, abbiamo raggiunto Jokkmokk, paesino in cui la strada finisce. Il volo in elicottero ci ha fatto passare d’incanto da una vita ad un’altra. Abbiamo sorvolato montagne imponenti, paesaggi da sogno, ghiacciai perenni e siamo atterrate vicino a due grandi laghi e a un numero infinito di fiumi e fiumiciattoli. Davanti a noi una piccola casetta di legno di 20 metri quadri, altre tre casette un po’ più lontane dal sentiero e vicine all’acqua e una casetta di dimensione assai maggiore, soprannominata appunto per questo il castello.

Al primo impatto tutto ci è sembrato così solitario, intatto, mai visitato da nessuno, forse il tempo lì non sarebbe passato mai! Ma con grande sorpresa sono servite solamente due ore per farci incontrare le prime tre persone. Erano tre turisti esperti, che provenivano dai ghiacciai norvegesi e che si sarebbero dimostrati ben presto di grande aiuto. Infatti, senza di loro non avremmo saputo come cambiare le bombole di gas che erano vuote e quindi non avremmo potuto farci da mangiare e riscaldarci. Col passare dei giorni la nostra vita è cambiata e ci siamo adeguate al nuovo quotidiano. Pochi gesti importanti da fare tutti i giorni; prendere l’acqua al fiume, preparare da mangiare, lavare i piatti al fiume, scoprire la vita degli animali, godere della luce costante, ammirare paesaggi mozzafiato. Io e la mia piccola figlia di nove anni avevamo così intrapreso un’avventura nuova, ma che ben presto avrebbe cambiato la nostra vita. L’arrivo della nostra guida dopo dieci giorni di vita da pionieri ci ha aperto nuove possibilità. Da allora abbiamo fatto delle lunghe passeggiate tutti i giorni in giro tra le selvagge montagne della zona, siamo arrivati al ghiacciaio perenne più famoso della Norvegia e abbiamo visto la casetta più bella che possa esistere tra le montagne, in vicinanza di un lago e davanti ad una maestosa cascata, la capanna di Sorjos, meta di tutti gli amanti delle montagne del nord.

Il tempo è passato tra passeggiate, piccoli gesti quotidiani e poca vita sociale coronata da profonde chiacchierate con i turisti di passaggio, che condividevano con noi l’interesse per le montagne. Questa vita c’è così piaciuta che da allora esploriamo ogni anno parti nuove d’immense distese selvagge di montagne nella zona oltre il circolo polare.

Tra un mese ripartiremo verso una nuova avventura e questa sarà la volta di Duoddar. Lì ci aspettano 6 casette, pochi passanti, una natura selvaggia, tanti laghi, il sole di notte, colori mozzafiato, una grande tranquillità, tanto buon pesce offertoci dalla natura, insomma il distacco dallo stress della vita quotidiana.

Veniteci a trovare!

Antonella Tiozzo

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