Surfers Paradise, l'invasione degli schoolies

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Sono arrivato a Surfers Paradise aspettando di trovarmi davanti una vivace località turistica.
O quantomeno un ottimo esempio di marketing.

Mi sbagliavo.

Perché quello che ho trovato è stata una città sotto assedio.
Gli invasori portano il nome di Schoolies.
E sono ovunque.
Come una Hamelin d’Oceano Pacifico pure la Gold Coast ha la sua peste, e se i fratelli Grimm avevano impiegato i ratti a simbolo di disgrazia e disastro è solo perché mai avrebbero potuto immaginare una piaga di questa portata.
Una tale, orribile infestazione.
Sono molti si diceva, e li si riconosce da lontano, caratterizzati dalla spavalderia e dall’acne che solo giovane età e pesanti squilibri ormonali possono conferire.
Il termine “Schoolies” indica sia un periodo che un popolo, ed è in entrambi che io sono incappatto. Inerme e inconsapevole son piombato nel bel mezzo di uno status symbol adolescenziale australiano.

Ogni anno, in questo periodo, quando si concludono gli esami finali delle High Schools, frotte di teenager si riversano qui, sulle località della Gold Coast, a seminare idiozia adolescenziale e distruzione. L’unica forma di celebrazione che un cervello di quell’età sia in grado a elaborare. E’ risaputo.
Una specie di enorme gita delle medie in versione conquistadores, priva di qualsivoglia forma di autorità che possa garantire, anche solo di facciata, una minima parvenza di civiltà.
E’ mostruoso.

Le conseguenze di ciò sono a dir poco devastanti: la percentuale delle ragazzine che ogni anno tornano a casa gravide sfiora la doppia cifra e i deceduti si contano a decine, non pochi quelli precipitati dalle finestre. Innocenti vittime della propria pubertà. Cioè, tutti conserviamo nella memoria l’immagine di quella volta in cui in gita di classe la bruttona di turno minacciò di gettarsi dalla finestra (del secondo piano, beata ingenuità) perché il tipo che le piaceva s’era chiuso in bagno con la bella di turno; o di quando per eludere la sorveglianza del prof in corridoio si passava di stanza in stanza dal lato dei balconi. Ecco, rapportate tutto questo a una popolazione di qualche migliaio di persone, in città dove gli alberghi raggiungono tranquillamente i 20 piani d’altezza. Ora aggiungete una spruzzata di Legge dei Grandi Numeri.

E’ guerra civile, gente.

Eliano Ricci

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