Amnesty per i giornalisti in Siria

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

C’è chi il mondo non si accontenta di leggerlo, ma lo vuole vedere con i propri occhi e raccontare. Anche quando si rischia qualcosa, o tutto: la propria vita. Da più di un mese non si hanno notizie di Domenico Quirico, inviato de La Stampa in Siria. Pare svanito, senza lasciare tracce. Della sua situazione si sta occupando la Farnesina, ma il fragoroso silenzio sul caso lascia tutti noi inquieti, anche se la  speranza è l’ultima a morire.

La Siria è ad oggi la nazione dove perdono la vita più  giornalisti.  Un qualcosa che non vorremmo rivedere, né vogliamo accettare.  Per  questo vi segnaliamo la campagna aperta ad inizio maggio da Amnesty International per porre fine a violenze e soprusi contro i giornalisti.

Ecco quanto scrive Amnesty

La Siria è, attualmente, il paese dove muoiono più giornalisti al mondo. Professionisti della comunicazione e “citizen journalists” hanno subito gli stessi abusi che loro stessi hanno documentato nella triste guerra civile in Siria: uccisioni illegali, torture, sparizioni forzate, rapimenti e intimidazioni da parte delle forze filogovernativo e di quelle antigovernative.

Le autorità siriane hanno violato il diritto internazionale dei diritti umani (compreso il diritto di “ogni individuo alla libertà di espressione”). Inoltre hanno commesso gravi violazioni del diritto umanitario internazionale o delle “leggi di guerra”: tra queste, crimini di guerra contro i giornalisti e operatori dei mezzi di informazione, sottoponendoli a esecuzioni sommarie, sparizioni forzate e torture o prendendoli come ostaggi. 

Nel marzo 2012 il giornalista Ali Mahmoud Othman è stato arrestato nella provincia di Aleppo e, un mese dopo, è apparso sulla tv di stato siriana. Gli è stato chiesto di fare chiarezza su sue attività di comunicazione e sul suo coinvolgimento con le note proteste antigovernative di Homs. Da allora Ali Mahmoud Othman è stato tenuto in condizioni equiparabili a una sparizione forzata. La sua famiglia non sa dove si trovi né se sia vivo. Ali Mahmoud Othman non può parlare con un avvocato né può avere contatti all’esterno. 

Violazioni gravi, compresi i crimini di guerra, sono state commesse anche da alcuni gruppi armati di opposizione. Tra queste il pestaggio e l’uccisione, davanti a giornalisti, di soldati e sostenitori del governo catturati, così come il rapimento, la tortura e l’uccisione illegale di giornalisti ritenuti simpatizzanti del governo o ostili alla opposizione.

Aiutaci a porre fine a queste gravi violazioni. Firma il nostro appello!

Invieremo la tua firma e le richieste di Amnesty International al presidente Bashar Al-Assad, a Moaz al-Khatib della Coalizione nazionale per la rivoluzione siriana e le forze di opposizione, e al generale Salim Idriss del Consiglio del comando militare supremo dei gruppi dell’opposizione armata. Il tuo sostegno può fare la differenza.

Ecco il testo dell’appello

Eccellenza,

Le scrivo in quanto sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
 
La invito a rilasciare Ali Mahmoud Othman immediatamente e senza condizioni, perché è un prigioniero di coscienza, detenuto solo per il pacifico esercizio del suo diritto alla libertà di espressione.

La invito a non prendere di mira i giornalisti presenti sul vostro territorio.

La ringrazio per l’attenzione.

 

Ti potrebbe interessare