In Europa vincono sempre gli stessi, anche senza Superleague
Calcio. Quel che aveva sorpreso maggiormente nel catastrofico annuncio della nascita della Superleague era stata l’adesione dei club inglesi, quel che ha sorpreso di meno è la prevedibilissima rivolta dei tifosi che ha costretto le squadre della Premier League a fare marcia indietro.
Perchè il campionato inglese è ormai da tempo il più divertente d’Europa proprio grazie al suo tasso di imprevedibilità.
La stagione 2020-2021 è stata anomala causa emergenza Covid, ma la Premiere ha confermato il trend.
Il titolo è stato vinto dal Manchester City al suo quinto successo in dieci anni, le altre vincitrici dal 2011 a oggi sono state il Chelsea (2 volte) e il Liverpool, il Manchester United e il Leicester.
Potrebbe apparire come un dominio da parte della squadra di Manchester in mano agli sceicchi di Abu Dhabi, ma gli altri tornei potenzialmente interessati dalla Superleague sono andati così:
Italia: nove titoli alla Juventus e uno, nella stagione del Covid, all’Inter.
Germania: Nove titoli, gli ultimi nove, al Bayern Monaco, uno al Borussia Dortmund.
Spagna: Nel 2021 ha vinto l’Atletico Madrid, che non vinceva dal 2014, tre titoli degli ultimi dieci sono andati al Real Madrid e cinque al Barcellona.
Francia: Sette titoli al Psg e uno ciascuno a Monaco, Lille e Montpellier.
In sintesi, Inghilterra esclusa, Juventus, Bayern, Psg, Real Madrid e Barcellona si sono portati a casa 33 dei 40 titoli disponibili dal 2011 a oggi.
Nel resto d’Europa non va molto meglio.
In Olanda l’Ajax ha vinto sei degli ultimi dieci campionati, quest’anno con 16 punti sul Psv che ha vinto tre degli altri quattro campionati disputatisi dal 2001.
Gli ultimi quattro campionati svizzeri li ha vinti lo Young Boys, i sei precedenti li aveva vinti il Basilea, giunto secondo quest’anno con 31 punti di distacco dalla prima.
In Austria il Redbull Salisburgo ha vinto nove degli ultimi dieci scudetti, ha perso solo il titolo del 2012-2013 vinto dall’Austria Vienna.
Spostandoci a sud, l’Olympiakos ha vinto otto degli ultimi dieci campionati greci, l’ultimo con sedici punti sulla seconda.
Non va molto meglio nell’Est Europa: in Bulgaria il Lugodorec ha vinto tutti e dieci i titoli dal 2011 a oggi, in Polonia il Legia Varsavia ha vinto sette degli ultimi dieci, in Repubblica Ceca lo Slavia Praga quattro degli ultimi cinque, in Ungheria il Ferencvaros quattro degli ultimi sei, l’ultimo con venti punti sulla seconda.
In sintesi: la Superleague non piace ai più in quanto “club esclusivo” delle squadre più ricche, ma il problema del calcio europeo resta, lo dimostrano i risultati e i bilanci economici. La questione non si risolve cancellando la Superleague dagli orizzonti.
Se proprio si vuole imitare il modello sportivo statunitense, si incomincino a creare strumenti che permettano di riequilibrare le forze nei vari campionati nazionali europei, perchè, come mostrano gli ultimi dieci anni, la stragrande maggioranza delle squadre europee ha il triste ruolo di sparring partner.
Nei fatti, gran parte dei campionati nazionali di calcio in Europa vede trionfare sempre una o due squadre. Nel 2021 l’emergenza Covid ha mischiato le carte: il Lille ha vinto in Francia, l’Inter in Italia e l’Atletico Madrid in Spagna ma il calcio non può tornare a essere imprevedibile solo in caso di pandemia.