Argentina al voto, Kirchner super-favorita

In Argentina ci sono tanti modi per divertirsi. Uno è il trucco, un gioco di carte dove la furbizia è un elemento centrale. E poi c’è il calcio, normalissima passione dell’uomo comune con forte rivalità fra le squadre, anche perché buona parte dei club che giocano in serie A si trovano a Buenos Aires, e molte volte le partite si seguono sino alla fine per il mistero del risultato.

Il mistero sicuramente non ci sarà domenica 23 ottobre quando il Paese Sudamericano sceglierà il presidente. Secondo un sondaggio commissionato da un quotidiano conservatore nonché oppositore al governo come La Nación, pubblicato domenica scorsa, l’odierna presidente argentina, Cristina Fernández di Kirchner, otterrebbe un 52 per cento dei voti, contando circa un 3 per cento di indecisi che voterebbero per la sua ratifica sulla poltrona di Bernardino Rivadavia (primo presidente argentino). Per essere eletto, ci vuole la metà più uno dei voti oppure una differenza maggiore del 10 per cento. E se si tiene in conto che il socialista Hermes Binner uscirebbe secondo col 16 per cento dei voti, le possibilità di un ballottaggio a novembre sono pari a zero.


Ed è appunto questo l’unico mistero: chi sarà il secondo. Terzo sui sondaggi uscirebbe Ricardo Alfonsín, figlio di Raúl, il quale fu il primo presidente argentino dal ritorno della democrazia nel 1983 e che scomparì nel 2009. Il radicale però è sicuro di farcela con la medaglia di argento.

Il padre politico di Néstor Kirchner, che prese il potere subito dopo lo stallo sociale del dicembre 2001, e da tempo all’opposizione, Eduardo Duhalde, secondo i sondaggi verrebbe lasciato indietro, in un quarto o addirittura quinto posto. Al di là della conferma o meno di questi dati, le cose erano rimaste chiare quando lo scorso 14 agosto hanno visto a Cristina come chiara vincitrice (con un 50,24) alle inedite elezioni primarie, dove si sceglieva per la prima volta chi avrebbe diritto a presentarsi alle elezioni.

Un punto da non dimenticare è il fatto che la giornata elettorale è a ridosso del 27 ottobre, primo anniversario della morte del popolare consorte della odierna presidente e predecessore nella carica sino al 2007, Néstor Kirchner, per una complicazione cardiovascolare.

Ma non è l’unico primo anniversario. Il prossimo 20 ottobre si compieranno 12 mesi che il militante del Partido Obrero (Partito Operaio) Mariano Ferreyra, morì vittima di un attacco da parte di un gruppo di sindacalisti che rispondono al ferroviere José Pedraza, oggi in carcere accusato d’essere l’istigatore del crimine. L’omicidio si inserisce in un momento di tensione fra il sindacalismo più forte e storico e quello che rappresenta un minor gruppo di lavoratori, sostenuto da Ferreyra. Ma è probabile che, vuoi per le elezione prima, vuoi per i preparativi per ricordare Néstor Kirchner dopo, questo anniversario non sia oggetto delle prime pagine.

Jorge Luis Borges intuiva che “l’unica cosa senza mistero è la felicità, poiché si giustifica da sola”. Una felicità che Cristina giustificherà il 23 ottobre. E su questo punto, non c’è mistero che si mantenga.

Gustavo Claros

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