Sulla Cavour una fiera militare pronta a vendere armi all'Africa

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cavour2“Circumnavighiamo l’Africa nell’ambito di missioni puramente assistenziali, che includono l’offerta di assistenza medica alla popolazione. Non solo, dunque, per i nostri normali impegni militari”. Fa specie che ad affermarlo sia il comandante della portaerei italiana Cavour Paolo Treau, alla guida della missione chiamata “Il sistema Paese in movimento”, attualmente di tappa a Mombasa dopo aver lasciato Dubai. Fa specie perché la nave militare in viaggio attorno al continente nero dietro il vessillo della missione umanitaria cela una vera e propria fiera militare viaggiante.

Sui 2.800 metri quadrati dell’hangar intermedio è stata infatti realizzata una sala con tanto di stand espositivi sul meglio del made in Italy del settore bellico e non. Sulla Cavour i potenziali acquirenti possono valutare la prestanza delle navi della Fincantieri, la possenza degli elicotteri Agusta Westland, l’efficienza della mitragliatrice navale Vulkano prodotta dalla Oto Melara,  la precisione dei radar navali della Selex Es, l’efficacia dei radar sottomarini prodotti dalla Wass, l’eleganza delle armi Beretta. Altre eccellenze italiane che hanno trovato posto sulla Cavour sono Telespazio (leader nei sistemi di geolocalizzazione satellitare), Thales Athenia Space, Eurofighter (missilistica) e MBDA.

Ma non mancano i “civili”, da 25 produttori di mobili appartenenti a Federlegnoarredo, che vedono la spedizione come una prova generale in vista dell’Expo 2015. Dal suo arrivo a Mombasa la Cavour ha visto sfilare sul suo ponte ospiti invitati espressamente come gli ufficiali della marina militare kenyota e l’ex governatore Ali Hassan Joho, ma non sono mancate neppure le scolaresche. Sulla nave è presente anche personale dell’Ong “Operation Smile” che ha a disposizione sale operatorie ad hoc, di Rava, un’organizzazione no profit con medici che combattono contro la cecità infantile, e volontari della Croce Rossa.

vignettacavourPartita il il 13 novembre da Civitavecchia, il tour del 30° gruppo navale guidato dalla portaerei Cavour ha raggiunto prima Dubai (dove ha trascorso il Capodanno), insieme alle tre navi più moderne della nostra Marina (la nuovissima fregata Bergamini tipo Fremm e il pattugliatore Borsini affiancate dalla nave logistica Etna) hanno fatto sosta a Gedda (Arabia Saudita), Abu Dhabi (Emirati arabi uniti), Bahrein, Kuwait e Oman. Il viaggio si concluderà il 7 aprile dopo l’attraversamento dell’Oceano Indiano e la circumnavigazione dell’Africa e aver toccato 7 Paesi nel Golfo Persico e 13 in Africa. Costo complessivo dell’operazione: 33 milioni di euro. Il giro della Cavour non ha però lasciato  indifferenti i pacifisti e le organizzazioni umanitarie, che hanno creato una pagina Facebook ad hoc chiamata “Controlliamo il tour Cavour: portaerei o fiera d’armi?” che ha già oltre 1.700 like.

La Rete italiana per il disarmo ha lanciato un appello al presidente della Repubblica per il rientro della Cavour definendo “l’operazione-Cavour” «spregiudicata e inaccettabile».  All’appello contro il tour che in cinque mesi attraverserà Africa e Medio Oriente ha aderito circa centinaio di realtà della società civile, e anche Famiglia Cristiana non ha rinunciato a sollevare il tema. Una petizione lanciata sulla piattaforma change.org ha raccolto oltre 11 mila firme.

Silvia Fabbi

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