"Dalle Dolomiti alle Murge": i profughi trentini della Grande Guerra in un libro

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Durante la Grande Guerra oltre 1600 profughi del Trentino furono ospitati in Puglia, dopo essere stati evacuati da Primiero e Vanoi in tutta fretta come conseguenza della Strafexpedition, la “spedizione punitiva” scatenata dall’esercito austriaco nel 1916. Una scheggia di storia rimasta fino ad oggi all’oscuro degli archivi e nella memoria dei discendenti, riportata alla luce da Francesco Altamura, storico ricercatore presso la Fondazione Gramsci di Puglia.

Barese innamorato delle Dolomiti, Altamura si è messo sulle tracce di quel drammatico esodo – con un tragitto Nord-Sud opposto ma per molti versi simile alle attuali rotte dei migranti – e ne ha fatto il suo oggetto di ricerca a cavallo fra il 2016 e il 2017, aiutato da storici locali Quinto Antinelli e Gianfranco Bettega. Una parziale anticipazione l’aveva offerta in un articolo su A Nordest Di che.

dalle-dolomiti-alle-murge-copertinaOra la ricerca è sfociata in un libro e in una doppia mostra. Il libro, di prossima pubblicazione e firmato dallo stesso Francesco Altamura, si intitola “Dalle Dolomiti alle Murge, profughi trentini della Grande Guerra. Storie e memorie delle popolazioni di Primiero e Vanoi sfollate in Puglia nel 1916” ed è edito da Besa Editrice.

La mostra è stata inaugurata il 22 luglio 2017 a Primiero, dove giovedì 10 agosto Altamura presenterà il libro dalle ore 18 nel giardino del Palazzo delle Miniere, in un dialogo con Cinzia Tagliente (qui i dettagli dell’evento). Venerdì 11 agosto il volume sarà invece presentato a Canal San Bovo, dove sarà contestualmente inaugurata anche la mostra.

L’esposizione è suddivisa in tre sezioni, ciascuna composta di quattro pannelli: luoghi (di partenza, transito, arrivo), storie (riguardanti alcuni protagonisti di quelle vicende, veri “eroi popolari”), memorie (ricordi raccolti nel ciclo di interviste realizzate lo scorso marzo e illustrati da Roberto Novello).

Di seguito ecco il testo della quarta di copertina del libro:

L’ordine di sgombero da Primiero e Vanoi giunse, sotto l’incedere della Strafexpedition, il 26 maggio 1916. Il 3 giugno, al passaggio da Bari di un convoglio ferroviario di circa duecento tra anziani, donne e bambini, in quella stazione “fu raccolta una sommetta destinata a comprare ciliegie per i bambini dei profughi”. Oltre 1600, complessivamente, giunsero in Puglia. La permanenza fu di poche settimane, ma alcuni in Trentino non fecero più ritorno. Clima torrido, mancanza d’acqua, focolai epidemici furono causa di morte, resero oltremodo dolorosa un’esperienza di distacco solo in parte lenita da episodi di fraternizzazione con le popolazioni locali. Per ripercorrere un secolo dopo quelle vicende, si è reso necessario un esteso vaglio di corrispondenze epistolari e atti amministrativi, fonti militari e materiali a stampa, passati in rassegna tra Roma, la Puglia e il Trentino, in una ricerca per Archivi di Stato, fondazioni di studi storici, archivi comunali e diocesani.
Un ciclo d’interviste in Primiero e Vanoi con discendenti dei profughi giunti in Puglia in quel 1916, ha infine disvelato la preservazione di memorie di comunità che nelle famiglie hanno avuto, per più generazioni, il luogo di trasmissione di ricordi, aneddoti, foto, carteggi restituiti ora attraverso un’ordinaria teoria di vicende quotidiane, minute, neglette, quelle di “un popolo scomparso, reso invisibile dalle ragioni della grande storia”.

Foto di copertina: bambine e bambini di Canal San Bovo, profughi a Manduria, con in mano un ramoscello d’ulivo, per la processione del Corpus Domini. 

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