Il femminismo de "Le mille e una notte"

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Spesso “Le Mille e una notte (titolo originale in arabo: Alf laila wa laila) viene vista come una storia d’avventura, dai posti mistici e magici nella lontana Persia.  Piena di damigelle, emiri, cavalieri che destreggiano i migliori destrieri , lampade magiche e velieri che solcano i sette mari .  Tutto questo avvolto  da un’ aura profumata di sandalo e mirra che magicamente  ti trasporta su  un  tappeto volante a fluttuare negli  incantati racconti di Shahrazad e il suo sultano Shahrayar.

 La Storia

C’era una volta un sultano di nome Shahrayar , che era innamoratissimo della sua moglie e durante un suo viaggio venne  a scoprire  della infedeltà  della sua regina ordinando così  la sua decapitazione.  Questo grande dolore ha innescato in lui una grande ira e a causa di questo,  si era promesso che ogni sera avrebbe preso in sposa  una vergine con lo scopo di decapitarla la mattina successiva. Dopo pochi anni, tutte le donne del regno del sultano o si erano trasferite lontano  o erano state uccise sotto i suoi ordini. Nessuna donna era più rimasta come  sposa tranne  Shahrazad  e Dinarzade, le figlie del visir del regno .

Shahrazad , la figlia maggiore,  era una ragazza dalla cultura molto vasta.  Era una appassionata di storia, poesia, filosofia, arte e le scienze. Era famosa per la sua gentilezza  e il suo bel comportamento, cosi decise da un giorno all’altro, contro la volontà del suo padre di sfidare il sultano Shahrayar  e presentarsi come sposa. La notte del loro matrimonio, Shahrazad  aveva incaricato alla sorella di suggerire al sultano di ascoltare una storia prima di addormentasi  e  cosi successe.  Shahrayar  era rimasto ammagliato dal racconto avventuroso  di  Shahrazad, ma al sorgere del sole  la neo sposa interrompe il racconto: la storia non è finita. Il sultano chiese di finire la storia, ma Shahrazad  astutamente rispose  che non c’era più tempo, perché era quasi l’alba ed era giunta l’ ora della sua decapitazione.  Ha aggiunto che le dispiaceva perché il racconto non era terminato e che la storia successiva  era  ancora più emozionante.

La curiosità stimolata nel sultano fu cosi grande, che il giorno successivo diede  ordine di sospendere l’esecuzione  alla neo regina solo per poter sentire il resto della storia più tardi, quella notte. Questa strategia di attesa continuò  per mille notti.  Shahrazad  continuò a narrare al suo marito una nuova storia ogni sera, ma fermandosi poco prima dell’alba cosi lui costretto a tenerla in vita. Alla fine delle mille e una notte i racconti ebbero fine e Shahrazad confessò di avere terminato il suo piano. Il sultano fu colpito dalla sua intelligenza e la perdonò perché era riuscita a cambiare il mostro che era diventato e far tornare al sultano amoroso e buono che era.

Simbolo di femminismo

Tuttavia non è soltanto questo quello che caratterizza questo racconto,  la chiave di lettura è ben altro. Il personaggio della regina  Shahrazad  da molte studiose femministe,  viene interpretato come una delle più grandi strateghe femminili  di tutti i tempi.  Anche se il sultano originariamente venne descritto come il re supremo che comanda la vita e la morte dei suoi sudditi, cade facilmente vittima di un semplice ma audace e  astuta donna. Per suscitare la curiosità del suo sultano,  Shahrazad  tramite i suoi racconti è stata in grado di modificare e cancellare i lati negativi del suo carattere e far emergere il bello che cera in lui.

Fonte d’ispirazione

Inoltre il personaggio di Shahrazad  nella storia è stato anche una fonte di ispirazioni, leggende popolari, balletti e sinfonie.  Come  nel caso del famoso compositore russo  Rimsky Korsakov che nel 1888 compose questa suite orchestrale basata sul libro delle mille e una notte.

Fatima Abbadi

Ti potrebbe interessare