Il green pass veneziano del 1713

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“Si parte di questa dominante sana (iddio lodato) & libera da ogni sospetto di mal contagioso gl’in frascritti, con robbe, ò con mercantie, ò senza, come qui sotto sarà notato … / Officio della sanità di Venetia”.

Così recitava il “green pass” (ai tempi “fede di sanità”) dell’Ufficio per la Sanità di Venezia nel 1713, riprodotto nell’immagine di apertura. Le “fedi di sanità” erano “green pass” emessi dalla città dalla quale partivano i mercanti.

Nel caso di Venezia, l’impianto iconografico è vistosamente simbolico. Oltre al rituale Leone di San Marco a rappresentare Venezia, è ritratta la bilancia della Giustizia insieme alla spada simbolo del potere e della severità della legge.

Insomma “severi ma giusti”. La scritta “Gratis” non si riferiva al costo del “pass”, ma è legato alla grazia, alla benevolenza di chi lo concedeva.

Green pass del ‘700, una mostra a Venezia

Questa sorta di green pass veneziano è stato esposto in una recente mostra, intitolata “Le pandemie, una lunga storia: dalla peste al Covid-19” e ospitata dall’ospedale SS Giovanni e Paolo, che si può anche visitare online.

«In tempi di contagio scattavano misure restrittive finalizzate a proteggere le comunità indenni – si legge nei testi di accompagnamento alla mostra –. Una delle misure di prevenzione più antiche, la più diffusa e meglio documentata, fu l’istituzione della Fede di sanità, attestato di cui si doveva munire chi iniziava un viaggio di terra».

Le autorità della Serenissima tentavano così di bilanciare due esigenze primarie per la sua sopravvivenza: da una parte la salute della popolazione, dall’altra i commerci, vero pilastro dell’economia della Repubblica. Vi ricorda qualcosa?

La Fede di sanità e i tentativi di falsificazione

Niente di troppo distante, mutatis mutandis, dagli attuali QR code da esporre su alcuni mezzi di trasporto o all’ingresso in molti luoghi chiusi. E allora come tali documenti erano facilmente oggetto di falsificazione, pratica che le autorità si preoccupavano di contrastare (allora bastava una penna per una firma falsa, oggi i falsi green pass sono in vendita su Telegram).

«La Fede di sanità, vero e proprio Passaporto Sanitario – prosegue il testo presente in mostra all’ospedale civile di Venezia – era considerata un documento particolarmente importante che le autorità, nel timore di frodi, seguivano attentamente dal momento della stampa fino a quello della consegna a chi lo doveva compilare».

A differenza dei freddi codici fatti di pixel bianchi e neri alternati, i green pass del Seicento e del Settecento si concedevano a decorazioni a tema religioso, rispecchiando la religiosità diffusa tra chi solcava i mari. Sui documenti infatti, oltre alle intestazioni e alle formule ufficiali – spesso riprodotte a stampa, a volte vergate a mano – trovano spazio le riproduzioni di Cristo, della Madonna e dei santi protettori.

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