Il riscatto dell'arte a Sorrento, apre La Casa Madre

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Alla fine sembra che il Madre (Museo d’Arte contemporanea Donna Regina) di Napoli sia destinato a sopravvivere. Ieri la Regione Campania ha stanziato i fondi per garantirne la riapertura, dopo che lo scorso gennaio artisti del calibro di Antonio Biasiucci (fotografo casertano, classe 1961) avevano iniziato a ritirare le proprie opere e che i media avevano riferito del licenziamento in massa dei dipendenti. Un fenomeno quello dei tagli che al vicino Cam di Casoria aveva scatenato la protesta choc che ha portato al rogo delle opere d’arte. Per salvare almeno una parte del patrimonio del Madre l’ex direttore del museo napoletano Eduardo Cicelyn ha pensato a La Casa Madre, un nuovo spazio per l’arte contemporanea con sede nella storica Villa Fiorentino di Sorrento. La mostra inaugurale ospita fino al prossimo 30 settembre una esposizione di oltre 70 opere di Mimmo Paladino e dello stesso Biasiucci, che ha conferito nella nuova sede espositiva anche la propria fotografia “Magma”. L’ingresso è gratuito. La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 21, sabato e domenica sino alle 22 fino al 30 settembre. Info: http://www.fondazionesorrento.com.

Villa Fiorentino a Sorrento

E siccome gli hotel di Napoli così lontani da Sorrento non sono, i curatori della mostra contano su un bacino di visitatori non inferiore a quello del Madre. In occasione dell’inaugurazione proprio Cicelyn ha tenuto a sottolineare la grande adesione al progetto di enti e professionalità, a cominciare dai due protagonisti dell’esposizione, che avevano già lavorato insieme per il Madre. Oltre settanta opere, tra fotografie, sculture e pitture per un’esposizione nata proprio dall’incontro tra Paladino e Biasiucci che proseguono il percorso già intrapreso con Napolincroce (Museo Madre 2008). All’inaugurazione, il 23 giugno scorso, c’erano tra gli altri l’attore Toni Servillo, l’ex governatore Antonio Bassolino, il musicista Marco Alemanno, il direttore della sede Rai di Napoli Francesco Pinto, il produttore Angelo Curti, Daghi Rondanini, l’architetto Benedetto Gravagnuolo.

Con questa operazione i curatori intendono non solo lanciare una nuova iniziativa, ma anche attirare nuovamente l’attenzione sull’arte, come già nella vicina Casoria hanno fatto gli artisti del Cam, che hanno dato alle fiamme le proprie opere d’arte in segno di protesta.

Ti potrebbe interessare

Senza arte, la videoperformance
Salva l'Arte
Carceri, la condanna dell'Unione Europa
Casa a Barcellona
La P2 e la strage dell'Italicus