In Africa, a Singapore...

A Singapore passano talmente tante persone da tutto il mondo che lavorando come interprete ho quasi ogni giorno l’impressione di aver viaggiato in vari Paesi lontani senza in realtà essermi mai spostato più del tragitto tra casa mia e l’ufficio del cliente di turno.

Questa settimana, in particolare, sono stato ingaggiato da alcuni ingegneri di qui che dovevano comunicare con un ingegnere della Costa d’Avorio. Come sempre, la ditta d’interpretazioni con cui collaboro non mi ha dato nessun dettaglio sui contenuti del discorso che si sarebbe svolto per paura che io contattassi direttamente il cliente finale tagliandoli fuori. Così, arrivato dal cliente, in una delle zone industriali dedite alla ricerca scientifica, adiacenti a una delle università di Singapore, mi aspettavo di incontrare un gentiluomo africano, magari dall’accento peculiare, simile al mio amico Fred, ghanese, che vive e lavora a Padova con la sua ditta di soluzioni internet/computer da molti anni.

Invece, seduto al tavolo della sala riunioni di Alternative Energy Limited, c’era un signore europeo dai capelli bianchi, minuto, che inizialmente ho scambiato per un socio della ditta singaporiana (forza degli stereotipi, per cui un Europeo seduto al tavolo riunioni deve essere un socio importante). Dopo averlo salutato, mi ha risposto in francese: era lui, il signore dalla Costa d’Avorio!

Ci siamo presentati e mi ha raccontato che, avendo preso una moglie locale e avendo avuto da lei un figlio che oggi ha quattro anni, era uno dei pochi francesi rimasti in Costa d’Avorio dallo scoppio della guerra civile, quel conflitto sanguinoso provocato dal rifiuto del presidente uscente Laurent Gbagbo di lasciare il potere. Spalleggiato da mercenari angolani e liberiani, aveva approfittato della tradizionale divisione tra il nord e il sud del Paese, primo produttore mondiale di cacao, per scatenare un conflitto che ha provocato migliaia di vittime e distruzione ovunque.

Solo dopo il suo arresto in aprile di quest’anno ad opera dalle forze del presidente eletto Alassane Ouattara si sono presentate finalmente le condizioni per la ricostruzione tanto attese non solo dalla popolazione stremata, ma anche dalla comunità internazionale, ansiosa di riprendere gli affari. Ed era proprio per questo che Christian, lo chiameremo con questo nome il consulente francese, era qui, a Singapore.

Il Franco dell'Africa Centrale CFA

Il Franco dell'Africa Centrale CFA

Essendo lui vicino, come consulente indipendente, ai gruppi di potere in Costa D’Avorio, aveva saputo che il Fondo Monetario Internazionale ha stanziato 614 milioni di dollari USA (445 milioni di Euro) per la ricostruzione e che il Governo era pronto a usare questi fondi, programmati per essere disponibili da Novembre 2011, per costruire 800 residenze per funzionari governativi.

La Costa D’Avorio si trova a una latitudine non troppo dissimile da quella di Singapore quindi lo studio e l’implementazione dei progetti riguardanti i materiali di costruzione adatti a Singapore possono essere facilmente adattati alle condizioni della Costa d’Avorio. Gli ingegneri singaporiani, per i quali io lavoravo come interprete, hanno definito dei brevetti per costruire una casa intelligente, capace di produrre l’energia elettrica che consuma e di ottimizzare i consumi stessi. Alternativamente, se non fosse possibile costruire una casa intelligente ex novo, i nostri ingegneri hanno brevettato due diverse tipologie di tetto fotovoltaico applicabili a qualsiasi casa preesistente, per renderla autonoma nei consumi elettrici.

Le case intelligenti sono prefabbricate in Cina, quindi con un costo molto basso, usando la tecnologia singaporiana che assicura qualità.

immagine e disegni della casa intelligente

immagine e disegni della casa intelligente

Fatte per resistere a venti fino a 150 km orari e a terremoti fino a sei gradi della scala Richter, in un Paese senza venti ne’ terremoti, ma comunque distrutto, e senza una rete di distribuzione di energia estesa a tutto il suo territorio, queste case prefabbricate trovano nella Costa d’Avorio un mercato ideale.

Paradossalmente inoltre, i costi dei trasporti dalla Cina alla capitale ivoriana sono minori dei costi dall’Europa, che è geograficamente più vicina.

Christian ha enfatizzato il fatto che essendoci in Costa d’Avorio un atteggiamento dei costruttori abbastanza pressapochista, negligente e tendente alle scorciatoie, la possibilità di possedere una casa spedita dalla Cina già pronta in un container come se fosse in una scatola di montaggio con le istruzioni per l’uso, semplicissime, da seguire, dava la certezza di poter arrivare a dei risultati altrimenti impossibili. L’unico lavoro da fare in loco è la scelta del terreno e la realizzazione di una base in cemento armato sulla quale porre lo scheletro di acciaio inossidabile dove poi saranno montati la casa ecologica e il suo tetto generante energia elettrica. Essendoci inoltre la certezza del pagamento grazie alla Banca Mondiale, e nessun problema di prezzo per una casa di cento metri quadrati dal valore di 110.000 Euro pagata dal governo ivoriano per i suoi dipendenti statali, che sono una base di supporto del governo stesso, l’affare è stato in concreto finito davanti ai miei occhi.

A questo punto mi sono davvero divertito a fare l’interprete. L’interprete e l’attore sono due figure molto simili. Chiunque riesca ad assumere uno di questi due ruoli, da un lato rinuncia a se’ stesso/a per dare voce, corpo e anima ad un’alterità, dall’altro usa la propria personalità individuale, paradossalmente svuotata dall’espressione di contenuti personali, per dare il valore interpretativo.
Esercizio, ricerca e conoscenza sono tratti comuni all’interprete e all’attore. Infatti, se è solo grazie al carisma personale che la frase: mi piaci, può fare colpo, in inglese, pur con lo stesso carisma, dirne l’equivalente letterale farebbe solo ridere. Qui la conoscenza interviene e ti suggerisce di dire: I like you, intransitivo, (non transitivo all’italiana).

A Singapore tutto è regolato da licenze governative rilasciate dopo severe ispezioni che assicurano un’alta qualità del prodotto/servizio finale. La preoccupazione primaria degli ingegneri singaporiani era di capire quali simili licenze fossero necessarie in Costa d’Avorio.

L’ingegnere francese rideva. Io ridevo, sebbene solo dentro, di me perché capivo quello che stava accadendo; i Singaporiani credevano che le condizioni operative che potevi trovare in Costa d’Avorio sarebbero state le stesse che si trovavano a Singapore. Volevano sapere le dimensioni autorizzate del tubo per le acque in uscita nella fognatura, e quanto lontani fossero gli impianti di trattamento delle acque nere. Laurent ha detto: -dimenticatevi tutto quello che avete imparato, in Costa d’Avorio non c’è niente.- Stupiti, gli ingegneri singaporiani hanno chiesto: ma come facciamo ad allacciarci alla rete fognaria pubblica allora? Intuendo la risposta, ho spiegato che semplicemente non esiste. Restava, ancora, nei Singaporiani il dubbio: ma dove va allora tutta la cacca? Da qualche parte deve andare! Laurent ha spiegato che esistono fosse settiche che sono periodicamente spurgate, e le acque bianche invece finiscono nella falda freatica, contaminandola. Non per niente un’epidemia di colera era in corso.

Giovanni Lombardo

Parte prima, continua-

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