La mia Ucraina: sono partita per far studiare mia figlia

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Ciao, sono Alla. Questi giorni sono passati undici anni di mia permanenza in Italia…E chi poteva pensarlo quando sono partita!
Sono arrivata chiedendo assenza dal lavoro di infermiera professionale dell’ospedale di Ucraina centrale  per un anno…. Pensavo di guadagnare un po di soldi per risolvere problemi economici…Erano passati i primi 10 anni della nostra indipendenza .. Eravamo in crisi profonda:le fabbriche ancora non funzionavano dopo che i russi li hanno svuotato portando via tutto e lasciando solo le mura; i campi non venivano seminati per la causa di assenza mezzi di coltivazione (trattori e ecc..) e anche mancanza di grano per seminare..c’erano ettari di campi con le erbacce ad altezza di uomo….; gli scaffali di negozi cerano semivuoti…..
Mi ricordo che  tanti anziani dicevano che dai tempi  della seconda guerra mondiale l’Ucraina- non era messa così: ferita e abbandonata dal tutto il mondo! Stavamo appena cominciando ad alzarci utilizzando tutte le nostre forze. Il mio stipendio mensile di infermiera era di 50 € mensili (500 grivne) che bastavano solo per pagare le bollette di acqua, gas e luce. Mio marito é stato rimasto senza lavoro, anche se cercava di guadagnare  qualcosa con  lavori saltuari  … La nostra figlia dodicenne studiava in scuola media ed è stata proprio lei la causa della mia partenza…Ogni genitore desidera il futuro migliore per i suoi figli, lo volevamo anche noi… Mia figlia cresceva e dovevamo mettere via un po’ di soldi  per farla studiare all’Università.
Era chiaro che stando a casa  non avrei risparmiato mai niente, che solo andando all’estero potevo raggiungere il nostro obbiettivo.
In famiglia abbiamo deciso che toccava  a me  fare questo passo. Per una donna è piu facile trovare un’occupazione temporanea come badante, colf, bambinaia…Un uomo  straniero con poche possibilità ha sempre il rischio di essere fermato per la strada per il controllo di documenti. E così è stato. Nell’arco di  qualche mese ho fatto il passaporto con visto turistico e sono partita. La mia destinazione era la città  di Padova in Veneto, dove già da un anno lavorava la cugina di mia madre, che mi aspettava offrendomi aiuto di prima sistemazione. Tante nostre donne arrivano qua avendo già qualcuno che li aspetta: amiche, parenti, compaesani… Ma capita anche che arrivino scendendo in stazioni di un altro mondo, senza conoscere la lingua, senza nessuno che li aspetta, senza saper dove andare a dormire per la notte  e con le loro valigie pesanti stanno giorni alle stazioni finche non incontrano un connazionale che li indica la Caritas o le nostre chiese ucraine ,che ci danno in uso diverse diocesi italiane,o qualche ucraino che li da ospitalità  per li primo tempo finche non trova lavoro….Sono duri questi primi tempi per qualsiasi straniero.
Alla Mulyavka

Ti potrebbe interessare

La mia Africa
Voci per la libertà, per band emergenti
Libia, la guerra per immagini
“Passa tutto per la terra”
La rete non fa la democrazia