Lettera aperta sull'accordo tra Google e Francia

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Vorremmo dire due cosette sull’accordo firmato all’Eliseo tra Francois Hollande e Google per il pagamento dei contenuti multimediali che Google utilizza per Google News.

L’accordo, di cui oggi parla diffusamente Corriere con toni più o meno entusiastici, è grosso modo questo: Google stanzierà in 5 anni 60 milioni l’anno in un «Digital Publishing Innovation Fund» che finanzierà progetti innovativi nel campo dell’informazione digitale presentati dagli organi di stampa. Questo in cambio del diritto di utilizzare i contenuti delle testate on line per indicizzare le notizie e quindi di fatto fornire, attraverso il motore di ricerca, una selezione riassunta delle notizie del giorno rendendo superflua, per un lettore alla ricerca di una selezione veloce, l’approdo sulle pagine delle testate online andando ad arricchire grazie alla pubblicità la piattaforma e non i produttori delle notizie.

Il fondo verrà gestito da un consiglio di amministrazione in cui siederà Google. Ma soprattutto, la parte più interessante dell’accordo prevede una partnership tra Google e gli editori francesi per imparare insieme a vendere la pubblicità in internet…Chi insegnerà cosa a chi?

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Premessa necessaria: AND ha il dentino avvelenato con Google perché è stata estromessa dal programma Google Adsense (la pubblicità) senza nessuna spiegazione. Ci è solo stato detto che avremmo violato le norme di comportamento ma non ci hanno specificato quali, il ricorso che abbiamo presentato non è stato accolto. Ecco il messaggio di Google Adsense: “Con i nostri programmi pubblicitari ci sforziamo di creare un ecosistema online vantaggioso per publisher, inserzionisti e utenti. Per questo motivo, a volte dobbiamo intervenire nei confronti di account che mostrano un comportamento verso utenti o inserzionisti che può incidere negativamente sulla percezione complessiva dell’ecosistema. Nel suo caso, abbiamo rilevato attività non valide sul suo sito e il suo account è stato disattivato. Ci sono dei limiti alla quantità di informazioni che possiamo fornire sulla specifica violazione che interessa il suo caso. Siamo consapevoli che ciò possa essere frustrante, ma abbiamo preso questi misure di cautela perché i trasgressori intenzionali possono utilizzare queste informazioni per aggirare i nostri sistemi di rilevazione”…

Cosa vuol dire? Niente. Possiamo aver violato le norme (forse abbiamo cliccato sulla pubblicità, cosa che non potevamo fare) ma non sappiamo quali. E non possono dircelo altrimenti svelano un segreto industriale. Non abbiamo niente da dire sull’estromissione in quanto tale. Ma sul modo di fare e sulla trasparenza sì. Queste formulazioni oscure non ci convincono.

fine della premessa

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E qui veniamo alle nostre osservazioni sull’accordo a quanto se ne sa ora:

Troviamo grave che una multinazionale firmi accordi come fosse una potenza accolta all’Eliseo. E gli altri competitor di Google? Quindici anni fa il web era dominato da altri attori, tra cinque potrebbe cambiare completamente lo scenario. Perché uno Stato non tratta con gli operatori nel suo complesso ma solo con l’attore al momento dominante nel mercato? Questa è una forte distorsione dello spazio “pubblico” e del mercato

– Capiamo che il boccheggiante mercato dell’editoria si entusiasmi per la possibilità di strappare qualche milione di euro a Google, ma l’accordo (tutto da approfondire) sulla partnership per la raccolta pubblicitaria rischia di abbattere l’ultimo muro verso un monopolio del mercato pubblicitario. Se anche i giganti dell’editoria si inchinano a Google il mercato sarà meno ricco e sempre più monopolistico

La questione delle tasse: tutti gli Stati europei stanno aprendo contenziosi con Google per la questione delle tasse sui profitti generati in un mercato nazionale ma pagate (meno) in un altro. L’accordo sull’editoria farà chiudere un occhio su questo altro capitolo?

La trasparenza: pretendiamo il rispetto dei diritti umani in mezzo mondo. Giustamente. Magari pretendiamo anche un numero di telefono o una trasperanza vera anche dai colossi dell’informatica

Detto questo, nonostante il tono incazzato, Google sappi che AND ti stima, ti vuole bene e ci tiene a rimanere indicizzata decentemente.

Cordialmente,

And

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