Modelli, il sapere in 3 dimensioni: a Padova una mostra, un ciclo di seminari e uno spettacolo teatrale

Sono 92 i pezzi che compongono la mostra “Modelli. Il sapere in 3 dimensioni” che è stata inaugurata il 7 maggio, al Museo Giovanni Poleni di via Loredan 10 a Padova, e sarà visitabile ogni domenica dall’11 maggio 2025 fino al 3 maggio 2026. L’esposizione nasce nell’ambito del progetto “Modelli. Un viaggio attraverso le discipline e le culture”, finanziato dal bando dell’Università di Padova che incentiva progetti per lo sviluppo di attività di Terza Missione e Scienza Aperta, proposto dal Dipartimento di Fisica e Astronomia, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale, il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, e il Centro di Ateneo per i Musei, con il sostegno di numerosi partner esterni.

E quindi ci si trova di fronte a una sfera armillare del ‘500, usata per illustrare la tridimensionalità dell’universo, oppure a modellini di gru e battipali del ‘700, di dighe e chiuse ottocentesche (tra cui quelle padovane del Bassanello), e ancora a rappresentazioni di curve matematiche fatte con gesso e fili dello stesso secolo, fino ai campioni di minerali risalenti all’inizio del ‘900.

I modelli visti anche come metafora di ponti che nella loro diversa funzione (per progettare, da riprodurre, per fare ricerca o insegnare) creano unione tra settori del sapere, tra culture, tra teorie e realtà, tra insegnanti e studenti.

In ambito scientifico, modelli logici, matematici, analogici, teorici e immaginari aiutano a organizzare dati e formulare ipotesi per esplorare l’ignoto. Sono sempre perfezionabili o sostituibili. Comprendere i modelli significa capire come la scienza interpreta e studia il mondo che ci circonda. Un progetto scientifico che mette al centro i modelli come strumenti di ricerca, apprendimento, comunicazione e inclusione, dal passato fino ai giorni nostri: oltre alla mostra, la proposta al pubblico si amplia con un ciclo di seminari “Dal modello all’applicazione” e uno spettacolo teatrale intitolato “Caravanserraglio”.

La mostra

Obiettivo della mostra è mettere in luce il ruolo cruciale svolto dai modelli tridimensionali nella produzione e nella trasmissione del sapere, nella ricerca e nella didattica di innumerevoli discipline, dall’archeologia all’ingegneria. Nelle università, i modelli si diffondono e diventano ausili preziosi per la ricerca e la didattica nel ‘700 e soprattutto nell’800. Statue, animali, piante, minerali, fossili, macchine: tutto poteva essere modellizzato. La mostra integra numerosi prestiti provenienti da vari musei e collezioni dell’Università di Padova con alcune parti dell’esposizione permanente del Museo Poleni, come la preziosa sfera armillare cinquecentesca.

La mostra resterà aperta dall’11 maggio 2025 al 3 maggio 2026, e si potrà visitare, con visite guidate gratuite la domenica pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30 fino all’ 8 giugno, e poi nuovamente a partire da settembre. Eccezionalmente, fino all’8 giugno, l’ingresso sarà gratuito. Prenotazioni delle visite guidate sul sito: https://www.dfa.unipd.it/terza-missione/modelli/.

Una particolare attenzione è stata prestata all’inclusività e vari ausili verranno resi disponibili a partire dall’autunno: video in Lingua dei Segni Italiana, audiodescrizioni per persone cieche e ipovedenti, didascalie portatili in CAA (comunicazione aumentata alternativa), disegni a rilievo e schede in Braille realizzate assieme all’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), sensory bag con materiali tattili e materiali in CAA per persone con Disturbi dello Spettro Autistico, laboratori tattili con modelli 3D e disegni a rilievo. Il contenuto della mostra verrà reso disponibile anche in modo digitale tramite il portale Itinerari virtuali e Phaidra. I pannelli e le didascalie della mostra sono già disponibili tramite Qrcode (in sede) in inglese, a cui si aggiungeranno altre lingue nei prossimi mesi.

Il ciclo di seminari

Il ciclo di seminari “Dal modello all’applicazione”, promosso dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, si presenta come un affascinante itinerario nel tempo e nelle idee, attraversando snodi cruciali per l’evoluzione scientifica, tecnologica e sociale. Sette gli appuntamenti in programma da maggio a novembre: Acqua, Energia, Sostenibilità e Sicurezza al DII – Ieri e oggi, per progettare il domani (16 maggio, ore 16.30, Aula M1 – DII, Via Venezia, 1), L’interazione tra l’uomo e i modelli virtuali (12 giugno, ore 14.00, Aula Ke – DEI, Via Gradenigo, 6B), Dall’astrolabio alle stelle: la scienza dell’esplorazione (27 giugno, ore 15.30, Aula M1 – DII, Via Venezia, 1), Dall’astrolabio ai razzi e ai satelliti: la tecnologia dell’avventura spaziale (11 luglio, ore 15.30, Aula M1 – DII, Via Venezia, 1), Questione di Testa: metodi sperimentali e numerici nella progettazione di dispositivi di protezione individuale per la sicurezza stradale (24 settembre, ore 16.30, Aula M1 – DII, Via Venezia, 1), Dall’idea all’impresa. Innovazione, trasferimento tecnologico e imprenditorialità accademica (ottobre, data da definire), e Digitalizzazione della realtà e medicina del futuro: modelli virtuali e predizioni (20 novembre, ore 16.00, Sala del Romanino – Museo Eremitani, Piazza Eremitani, 8).

Lo spettacolo teatrale

Lo spettacolo teatrale Caravanserraglio nasce da uno dei gruppi di lavoro composti da dottorandi e membri della comunità locale di diversa provenienza geografica e culturale nell’ambito del progetto Terza Missione 2022 “Scienza dal mondo islamico all’Europa di oggi”, del Dipartimento di Fisica e Astronomia. Al centro dello spettacolo, l’Astrolabio, modello dell’universo tolemaico e simbolo dello scambio tra culture attraverso il tempo. Ad aprire ogni rappresentazione sarà il preludio “Modelli del suono: il ‘nuovo’ musicista”, a cura di Sergio Canazza (DEI), riflessione sull’evoluzione della figura del musicista nell’era dell’intelligenza artificiale. Portato in scena dal TAM teatromusica, lo spettacolo verrà proposto in vari luoghi della città di Padova, soprattutto dove vive e cresce la pluralità: quartieri dove culture, etnie e religioni diverse si incontrano ogni giorno. La prima dello spettacolo si terrà al Teatro San Carlo, in Arcella, il 17 ottobre alle ore 21.

«All’interno del ricchissimo patrimonio storico scientifico, naturalistico e storico artistico universitario i modelli hanno rivestito un ruolo privilegiato – afferma Monica Salvadori, prorettrice al Patrimonio Artistico, Storico e Culturale dell’Università di Padova –, materializzando tridimensionalmente il pensiero e le scoperte delle scienziate e degli scienziati impegnati nei laboratori e nelle aule dell’Ateneo. Oggi oggetti da collezione, i modelli hanno supportato nel tempo la divulgazione scientifica e la mediazione della conoscenza nelle più diverse discipline, dalla botanica all’ingegneria, dalla matematica all’archeologia, dall’anatomia alle scienze della terra. Per le visitatrici e i visitatori la mostra rappresenta dunque un’occasione unica per capire come studentesse e studenti di generazioni precedenti alla nostra hanno imparato a osservare, capire e realizzare cose nuove, contribuendo allo sviluppo della società nel suo complesso».

«Si tratta di un progetto di valorizzazione della conoscenza – spiega Flavio Seno, direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia – che nasce dallo sforzo corale di tre dipartimenti e un centro d’Ateneo, grazie ai quali è stato possibile realizzare numerose e diversificate attività di divulgazione destinate alla cittadinanza, con una forte attenzione agli aspetti di inclusione, in continuità con i precedenti progetti. La mostra che viene inaugurata, infatti, prevede anche dei laboratori tattili, lo spettacolo teatrale mette al centro la multiculturalità, i seminari mostrano come le idee prendono forma tutti i giorni nei nostri dipartimenti».

«Il passaggio dai modelli astratti alle applicazioni concrete è il viaggio che abbiamo messo al centro del ciclo di seminari curato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale – dichiara Fabrizio Dughiero, direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale –. Partiamo dall’acqua e dall’energia, risorse fondamentali anche in un’ottica di sostenibilità, per toccare il cielo attraverso le tecnologie dell’avventura spaziale, e chiudendo con un invito a osare, dal seme di un’idea fino alla nascita di un’impresa, dove la conoscenza diventa motore di trasformazione attraverso il trasferimento tecnologico».

«Negli ultimi anni il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ha aperto le porte, ideali e fisiche, alla cittadinanza attraverso varie iniziative di Terza Missione. Quando ci è stato proposto di partecipare a questo importante progetto, oltre alla nostra partecipazione ai seminari organizzati dal DII, abbiamo colto l’occasione per offrire un contributo originale in grado di unire ingegneria e arte. – sottolinea Gaudenzio Meneghesso, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – Grazie all’iniziativa del professor Sergio Canazza e del team del Centro di Sonologia Computazionale (CSC) del nostro dipartimento, lo spettacolo teatrale Caravanserraglio è stato arricchito da sensori tecnologici con cui l’Astrolabio, modello dell’universo tolemaico, diventa uno strumento interattivo, narrativo e musicale usato in scena. Ad accompagnare lo spettacolo ci sarà poi una colonna sonora composta sempre all’interno del CSC. Come si potrà apprezzare anche dal preludio che anticiperà ogni rappresentazione teatrale, infatti, arte e ingegneria sono molto più legate di quello che si pensa, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui siamo sommersi da tecnologia e intelligenza artificiale».

«Il Centro di Ateneo per i Musei è impegnato in maniera corale nella mostra Modelli. Il sapere in tre dimensioni, i cui reperti illustrano nuclei fondamentali dei nostri musei e delle collezioni storiche universitarie in senso lato. L’esposizione è stata pensata fin dalla fase progettuale per essere accessibile da tutte le persone: mettendo a frutto le competenze maturate in questi anni dal nostro personale, ci siamo impegnati nella realizzazione di audio descrizioni dei beni proposti per persone cieche e ipovedenti, realizzate in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sezione di Padova; mentre grazie al supporto di una collega sorda, di recente inserita in staff, stiamo realizzando una serie di video in Lingua dei Segni Italiana per gruppi di oggetti attentamente selezionati tenendo da conto la loro specificità e le storie che custodiscono – conclude Fabrizio Nestola, Presidente del Centro di Ateneo per i Musei –. Stiamo inoltre lavorando a una storia sociale e a delle sensory bags con materiali tattili per la visita alla mostra anche da parte di persone con disturbi dello spettro autistico, didascalie portabili in CAA, disegni a rilievo e schede in Braille realizzate sempre assieme all’UICI, oltre alla progettazione di laboratori tattili con modelli 3D e disegni a rilievo che verranno proposti nel corso dei prossimi mesi. I contenuti della mostra saranno presto accessibili anche in modo digitale tramite i portali Itinerari Virtuali e Phaidra, raggiungendo così tutte le persone che per motivi di salute, economici o per limitazioni alla libertà personale non possono recarsi in Museo. Proseguiamo in tal modo il nostro impegno a rendere il patrimonio universitario un bene godibile da tutte e da tutti».

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