New York come Cortina: niente scontrino, ma pagare le tasse qui è un piacere

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Luca Falda, da New York ci invia – dopo sull’onda del caso Cortina – questa riflessione su scontrini ed evasione fiscale in Italia e all’estero. E nel vostro paese come funziona? Raccontatecelo anche voi

Mia moglie aspetta un bimbo, la data d’arrivo (teorica) è proprio oggi che scrivo. Da tempo mi chiede di comprarle una sedia a dondolo, in previsione di notti insonni. Come si fa a rifiutare un regalo a tua moglie incinta?

Così mi sono recato in centro, in un negozio di antiquariato. Il signore è molto gentile, mi indica diversi modelli: per uno mi fa 600, per un altro quasi 800. “Un po’ caro il secondo”, gli faccio, ben sapendo di aver dato il là per la tradizionale risposta: “Vabbè, pagami in contanti e te lo vendo a 700”.

Come i lettori più avveduti avranno colto dal fatto che a 30 anni mi posso permettere non solo un figlio, ma una sedia a dondolo, la scena non si svolge a Padova o a Milano, ma a Manhattan. Ma come! All’estero tutti pagano le tasse, ci dicono da anni.

Sarà. Ma chi all’estero ci vive, sa che spesso i commercianti propongono “sconti” in contanti, senza che sulle labbra degli inflessibili stranieri si dipinga lo sdegno per l’evasore che, forse, ci immaginiamo essere l’espressione facciale standard in una Cortina d’oltralpe.

In quasi tutti gli Stati Uniti, al momento della vendita viene applicata una sales tax che, per semplificare, possiamo paragonare all’IVA. A New York è l’8,75%. Sono parecchi soldi, per noi e anche per i commercianti, che per tutte le transazioni con carta di credito si vedono aggiungere un balzello invisibile del 3 – 5% da MasterCard o chicchessia. E’ una win-win situation, quindi, pagare in contanti. Al punto che molti negozi rifiutano di accettare transazioni elettroniche; addirittura ristoranti come due famose pizzerie di New York: Denino’s e Grimaldi.

La scena si ripropone in mille altri modi: dal calzolaio, dal falegname, dal corniciaio. E se pensate che questo accada solo negli USA, fate un giro a Londra e vi accorgerete che esattamente lo stesso accade nei negozi della capitale, dove l’IVA è al 20%. Si esce senza ricevuta ogni volta? No, ma se dovessi fare una statistica personale, direi il 30%, e probabilmente l’80% delle volte con gli artigiani.

Ma allora, come spiegare il fatto che, accertata la medesima possibilità di evitare la ricevuta fiscale, l’evasione sia così inferiore negli altri Paesi occidentali rispetto all’Italia? Io propongo tre riflessioni:

1. il famoso “principio di Pareto” applicato alle tasse: l’80 per cento dell’evasione è dovuta al 20 per cento degli evasori. Sui grandi numeri, penso che poco incida il corniciaio sotto casa che non rilascia ricevuta.
2. la definizione di “evasione fiscale” cambia da Paese a Paese: ad esempio, nel Regno Unito, esiste la possibilità per tutti gli stranieri (se sei britannico, ti trovi un amico/socio nato all’estero) d’incanalare fondi oltre confine (il famoso non-domicile status) che, in pratica, è il via libera dello Stato a spedire i fondi nei paradisi fiscali. I non-dom, in Italia, si chiamano evasori. Sarà perché tutti gli “evasori” vanno a Londra che il settore bancario britannico è il 14% del PIL.
3. all’estero esiste il “piacere di pagare le tasse”. Padoa Schioppa, anni fa, si fece coprire di ridicolo dicendo che “le tasse sono bellissime”. Ma ha ragione. In un Paese come gli Stati Uniti, dove le tasse per i dipendenti non sono trattenute alla fonte ed è responsabilità personale di ogni cittadino presentare la dichiarazione dei redditi (pochi moduli che puoi compilare da solo, senza timore di cartelle pazze), “le tasse sono bellissime” perché se guadagni 50mila euro e sei single paghi il 25% di income tax, se sei sposato il 15%. In Italia, è il 41%.

Nessuno nega che le tasse vanno pagate, e particolarmente in un’emergenza italiana dove ogni centesimo è necessario per uscire dal baratro. Ma ho motivo di credere che, fino a quando lo Stato italiano non si impegnerà a mostrare la carota oltre che il bastone – di quanto farete calare l’IRPEF per ogni 10 miliardi di evasione sconfitta? introdurrete il coefficiente familiare come esiste in ogni altro Paese occidentale? -, gli italiani si sentiranno in diritto di pagare secondo regole individuali, non regole collettive. Ma sbagliarmi sarebbe un immenso piacere.

Luca Falda

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