Medici e infermieri italiani candidati al Nobel per la Pace. Come Hitler, Mussolini e Moneta (che se lo aggiudicò)

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La candidatura al Nobel per la Pace del “corpo sanitario italiano” che ha “affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza Covid-19 con straordinaria abnegazione” ovvero dei medici e degli infermieri che da un anno affrontano la pandemia non può che fare piacere.
Va anche detto, però, che non è la prima volta. In precedenza, un altro italiano (l’unico) riuscì ad aggiudicarsi il premio Nobel per la pace: Ernesto Teodoro Moneta, giornalista fondatore della Società per la pace e la giustizia internazionale e rappresentante italiano della commissione dell‘International Peace Bureau. Il Nobel gli venne assegnato nel 1907 anche per i suoi scritti in grado di coniugare pacifismo e patriottismo
Nell’anno precedente al conferimento del Nobel  programmò e costruì un Padiglione per la pace all’Expo di Milano e organizzò il 15º Congresso Internazionale sulla Pace. Negli anni successivi, però, si espresse favorevolmente all’intervento italiano in Libia (1912) e all’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, tanto che alcuni chiesero che gli fosse ritirato il Nobel.

Quasi trent’anni più tardi, nel 1935, venne candidato al Nobel per la Pace anche Benito Amilcare Andrea Mussolini, noto anche come “il Duce degli italiani”. candidato dai docenti della Giessen University (Germania) e dal professor Gilbert Gidel dell’Università di Parigi. Nello stesso anno Mussolini dichiarò guerra all’Etiopia.
Nel 1939, invece, il parlamentare svedese E.G.C Brandt candidò nientemeno che Adolf Hitler. Nello stesso anno il Führer, decidendo l’invasione della Polonia, diede il via alla seconda guerra mondiale.

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