Pordenone Docs Fest 17: 65 film, Bellocchio in giuria e un cineconcerto con Teardo

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Sarà l’edizione del Pordenone Docs Fest più internazionale di sempre la 17esima, che si terrà dal 10 al 14 aprile 2024 a Cinemazero, per la prima volta sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo. Ventiquattro i documentari in anteprima nazionale, sessantacinque titoli in programma (con sguardi su mondi lontani, si spazia dalla Corea del Nord al Cile, dal Nepal all’Australia, dall’Uganda all’Iraq), molte decine gli ospiti da tutti i continenti, per cinque giornate densissime di proiezioni, incontri con registi e protagonisti dei film, due retrospettive con relative pubblicazioni, tavole rotonde, laboratori per grandi e piccoli, convegni e, naturalmente, aperiDocs e musica dal vivo ogni giorno, oltre al grande cineconcerto finale di Teho Teardo Acqua, porta via tutto.

Il festival, che gode del contributo di istituzioni come Ministero della Cultura, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Pordenone e Fondazione Friuli, e il sostegno di CGN Servizi e ITACA Cooperativa Sociale, avrà tra gli ospiti di punta l’economista ucraina Oleksandra Romantsowa che raggiungerà Pordenone da Kiev per rappresentare la ong Center for Civil Liberties, Premio Nobel 2022 per il coraggioso impegno in difesa dei diritti umani e a favore delle riforme democratiche.

Non mancherà una riflessione sul conflitto israelo/palestinese, con un film che “pratica” la pace e racconta una storia incredibile e controcorrente come quella in anteprima nazionale di Mourning in Lod (venerdì 12 aprile alle 21), accompagnato dalla regista Hilla Medalia.

Il politico e attivista Bob Brown porterà dall’Australia la sua straordinaria testimonianza di cinquant’anni di ambientalismo (è grazie a lui che molte aree sono ancora intatte), con il film in anteprima nazionale The Giants, in cui il la storia degli alberi, i giganti della foresta, si intreccia con quello degli esseri umani.

Marco Bellocchio

Marco Bellocchio

Masterclass di Marco Bellocchio e sport al femminile

Il maestro Marco Bellocchio, oltre a presiedere la Giuria, terrà una masterclass esclusiva domenica 14 aprile, mentre venerdì 12 la calciatrice di origine friulana Elena Schiavo, capitana della nazionale italiana negli anni Settanta, racconterà l’esperienza all’“ufficiosa” e dimenticata Coppa del Mondo di calcio femminile del 1971, in occasione della anteprima nazionale – in collaborazione con Fandango, CineAgenzia e Ultimo Uomo – del film Copa 71, che riporta finalmente alla ribalta un’intensa storia di sport al femminile, quando questo era inusuale o perfino osteggiato.

«Quest’anno ci concentreremo su diritti delle donne, tutela dei minori, libertà giornalistica, rispetto per l’ambiente, racconteremo anche l’arte libera e dissacrante, l’amore e le relazioni, mettendo sempre al centro la varietà dell’essere umano e delle culture», afferma il curatore del festival Riccardo Costantini. «Illumineremo storie poco note, non per questo meno importanti, tenendo come bussola la qualità cinematografica e l’importanza delle testimonianze di registi e protagonisti, cercando una ricaduta sociale tramite il cinema».

È un messaggio forte, di denuncia e speranza, quello che il festival vuole lanciare sin dalla serata di apertura, mercoledì 10 aprile alle 21, con l’assegnazione del Premio “Il coraggio delle immagini” a Mediha, giovane adolescente della minoranza yazida del nord dell’Iraq, sopravvissuta al rapimento e alla vendita come schiava da parte dell’Isis, che nel 2014 ha messo in atto un vero e proprio genocidio nei confronti del suo popolo. La ragazza ha affrontato, con strenua capacità di sorridere, il trauma personale e il tentativo di riscattare i propri fratelli (anche loro venduti) attraverso video-diari da cui è nato il documentario di Hasan Oswald Mediha, prodotto tra gli altri dall’attrice premio Oscar Emma Thompson, che sarà proiettato in anteprima nazionale a Pordenone, alla presenza del regista statunitense e della responsabile della Comunicazione dell’UNICEF Italia Patrizia Paternò.

La seconda serata è dedicata all’Ucraina, con il già ricordato racconto dell’impegno del Center for Civil Liberties, a cui seguirà, in collaborazione con Biografilm, la proiezione di The Kyiv Files del regista olandese Walter Stokman. Nel film, non è solo la guerra ad aver violato ogni diritto del popolo ucraino: l’apertura degli archivi del Kgb sovietico, solo nel 2017, rivela un controllo paranoide dei cittadini, al limite dell’immaginabile. Sono in molti a ottenere risposte a domande che li tormentavano da decenni, mentre altri scoprono segreti insospettabili e storie incredibili.

ll mondo del documentario, sempre in rapida evoluzione, dà anche spazio alla leggerezza toccando però temi centrali per l’oggi: giovedì 11 aprile alle 15:30 Pordenone Docs Fest presenta in anteprima nazionale The Other Profile, di Armel Hostiou, un viaggio surreale dalla Francia alla Repubblica Democratica del Congo, che lo stesso regista compie alla ricerca del suo “doppio”, colui che ha rubato la sua identità digitale su Facebook per fare affari.

Chi ideò realmente l’orinatoio di Duchamp?

Lo stesso giorno, alle 16, in anteprima nazionale Alreadymade di Barbara Visser fa luce sull’assurda storia di Fountain, il più famoso orinatoio che ha rivoluzionata la storia dell’arte e il mistero di chi l’abbia davvero ideato: Marcel Duchamp o una donna, una dimenticata baronessa dadaista? Una spy story femminista che restituisce merito a un’artista che in vita non l’ha ottenuto. Interviene l’autrice, Barbara Visser, artista visiva e cineasta. Giovedì 11, alle 17:30, Soviet Barbara, dell’audace regista islandese Gaukur Úlfarsson, è un tuffo nell’arte contemporanea dissacrante, orchestrato dall’artista Ragnar Kjartansson, che ricrea la celebre soap opera americana Santa Barbara in salsa sovietica come critica di quello che si configura come un impero post-regime comunista, alla vigilia della brutale invasione di Putin in Ucraina.

Uno sguardo profondo e inconsueto aprirà una breccia filosofica nella relazione tra uomo e animale sabato 13 aprile alle 18 con Claudia Tosi e l‘anteprima nazionale del suo personalissimo Mr. Beau, fiaba itinerante che narra lo speciale rapporto dell’autrice con il suo cane, nel momento in cui un problema di salute minaccia la vita dell’animale: un’esplorazione del rapporto tra essere umano e cane alla ricerca di una comprensione reciproca. L’amore sarà al centro di Echo of You di Zara Zerny, altra anteprima nazionale, domenica 14 aprile alle 16, un’opera gentile che esplora con delicatezza e rispetto la memoria del sentimento e il dolore per la perdita, attraverso il ritratto di nove anziani sopravvissuti ai loro compagni di vita, donne e uomini desiderosi di condividere le proprie emozioni con una sincerità talvolta poetica. E di amore parlerà anche il regista, sceneggiatore, montatore, autore, poeta, saggista Silvano Agosti nella masterclass di venerdì 12 alle 10 “Per un cinema di poesia”.

La giuria

I film in anteprima nazionale saranno valutati da una Giuria di grande prestigio, presieduta da Marco Bellocchio e composta dalla regista e sceneggiatrice iraniana Firouzeh Khosrovani (vincitrice di IDFA) e Dario Zonta giornalista e produttore di documentari di successo internazionale (anche “suoi” i pluripremiati documentari di Gianfranco Rosi). Ci saranno poi il Premio del Pubblico, che voterà alla fine di ogni proiezione, e una giuria di giovani composta dagli oltre sessanta studenti da tutta Italia accreditati al festival, con il Cinemazero Young Club, premierà il miglior documentario che meglio racconta il presente al pubblico under 30.

L’anima verde del festival, da sempre votato all’ecologia e alla testimonianza di buone pratiche ambientali, portate avanti anche grazie alla collaborazione con Arpa FVG, si concretizza nel premio per il Miglior documentario a tematiche ambientali. In collaborazione con AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema e il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, tre giurati nominati a livello nazionale sceglieranno il film vincitore del Premio della Critica SNCI. Ci sarà un Premio anche per il migliore tra i sette documentari in realtà virtuale, tutti in anteprima nazionale, che si potranno vedere nello stand VR SPACE di piazzetta Cavour nei cinque giorni del festival.

Tavole rotonde

Fra le tavole rotonde: “Un festival green per una città green”, giovedì 11 alle 17:30 in Sala Ellero, in collaborazione con l’Ordine degli architetti, porta una riflessione sul ruolo del mondo della cultura nella diffusione di buone pratiche per la sostenibilità ambientale e sociale, con l’intervento dell’architetto Lorenzo Mattozzi, dello studio internazionale MVRDV, che fornisce soluzioni architettoniche e urbanistiche in tutto il mondo, ricevendo numerosi premi di calibro internazionale.

Il riuso creativo di materiali d’archivio è al centro della tavola rotonda internazionale “Per una pedagogia del riuso di immagini filmiche amatoriali: esperienze e proposte”, giovedì 11 alle 10, e del workshop di esplorazione e rielaborazione visiva “RI-narrare i film di famiglia” venerdì 12 aprile dalle 15 alle 18.

Moltissimi, e in continua crescita anche per numero di partecipanti, gli eventi industry (NIU Doc – Idee per Nuovi Documentari; Nord Est Doc Camp, Vero! Documentari in rete, Wiki Doc), sviluppati in sinergia con tutte le Film Commission del Triveneto, con CNA Audiovisivo Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con il Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia: “addette/i ai lavori” da tutta Italia, raggiungeranno infatti Pordenone, sempre più un centro vivace e accogliente per il cinema del reale.

Teho Teardo, photo Claudia Pajewski

Teho Teardo, photo Claudia Pajewski

Il cineconcerto e un podcast

Il festival continua poi a essere produttore di cultura: oltre al cineconcerto di chiusura Acqua, porta via tutto, Proibito!, è il podcast creato per questa edizione su Processo per stupro, una pagina cupa della storia giudiziaria italiana diventata film fondamentale per comprendere l’Italia patriarcale, ora invisibile: perciò da raccontare e approfondire. Con lo stesso spirito di produttore culturale e sociale il festival introduce una nuova formula: il Social Sponsor, rinunciando a spazi e sostegni pubblicitari per promuovere invece le attività di chi opera fattivamente per migliorare le vite di tutti. Inoltre, a conferma dell’impegno nella sensibilizzazione su alcuni temi, il festival ha realizzato anche una campagna di “Poster Art” – sviluppata con il Comune di Pordenone / Assessorato alle Pari Opportunità – con cui ha coinvolto artiste e artisti eccezionali (tutti originari di Pordenone: Davide Toffolo, Sara Colaone, Elisa Turrin “Upata”, per sensibilizzare al contrasto della violenza di genere.

 

In copertina: Immagine dal film The Other Profile

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