Pussy Riot, carcere duro: appello per la liberazione

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Fa caldo, tanto, ma mai troppo per intraprendere una giusta  battaglia. E’ stata infatti respinta la richiesta di scarcerazione anticipata per Nadezhda “Nadya” Tolokonnikova e Maria “Masha” Alekhina, ovvero le due componenti del gruppo Pussy Riot,  il collettivo di femministe che prova ad opporsi all’establishment russo. Le due sono in prigione, in carceri considerati molto duri e brutali, perché nel 2012 sono state giudicate colpevoli di vandalismo per motivi di odio religioso, per aver eseguito, solo per pochi secondi nella cattedrale ortodossa di Mosca una canzone di protesta con cui criticavano le autorità russe. (leggi qua per un ricordino)

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Avevano chiesto il differimento della pena per accudire i loro figli, ma è stato loro negato. Amnesty International ha lanciato una campagna, alla quale hanno aderito oltre 100 cantanti famosi, per la loro scarcerazione: si può aderire qua.

Ecco il testo dell’appello.

Egregio Procuratore Generale,

Desideriamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alekhina, condannate a due anni di carcere in una colonia penale per aver partecipato, nel febbraio 2012, a un’azione di protesta del gruppo femminista punk Pussy Riot nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. 

Queste due donne, entrambe ventenni e madri, sono state arrestate solo per aver espresso pacificamente le proprie idee e sono quindi prigioniere di coscienza.

Le chiediamo di assicurare che Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova siano rilasciate immediatamente e senza condizioni. Le chiediamo di garantire che durante la loro permanenza in carcere, non vengano maltrattate dal personale carcerario o dai detenuti, e che siano loro assicurati regolari contatti con le loro famiglie e i legali.

Accogliamo con favore la notizia del rilascio di Ekaterina Samutsevich, ma rimaniamo preoccupati per lo stato condizionale della sua libertà. Le tre Pussy Riot non avrebbero dovuto essere perseguite. 

Chiediamo a Lei e a tutte le autorità del Suo Paese di rispettare e sostenere il diritto alla libertà di espressione nella Federazione russa, e di rimediare immediatamente al trattamento ingiusto nei confronti di queste giovani donne.

La ringraziamo per l’attenzione.

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