Qalqiliya: un recinto per i palestinesi, una gabbia per i leoni

In un sabato di sole partiamo alla scoperta di Qalqiliya. E’ una cittadina palestinese piccola e di scarsa importanza; gli unici due aspetti interessanti per noi sono la presenza di uno zoo, l’unico in tutta la Cisgiordania, e la grande estensione del muro di separazione israeliano, che accerchia la città da tutti i lati e la stringe in una morsa soffocante.


La particolarità di Qalqiliya, in realtà, è di essere la città più occidentale della Cisgiordania: il mar Mediterraneo dista solo 12 chilometri, e Tel Aviv dopo aver varcato un posto di blocco è a meno di mezz’ora di strada. Al contrario, la zona ad ovest di Qalqiliya è il punto più stretto di Israele: una striscia sottile di territorio che collega le sue regioni centrali e meridionali con la Galilea al nord del paese. Per questo motivo la colonizzazione e la futura annessione della zona di Qalqiliya sono sempre state considerate prioritarie dai vari governi israeliani per allargare i confini di Israele in questo corridoio strategico, poco importa se ai danni dei palestinesi; e il tracciato del muro serpeggia qui con particolare insistenza per chiudere ogni possibilità di espansione alla città e ai paesi delle campagne vicine.

Oggi siamo venuti quindi ad osservare un doppio recinto: quello basso e metallico per tenere chiusi gli animali nello zoo, e quello alto e di cemento armato per tenere chiusi i palestinesi nel loro piccolo Bantustan. Un mio amico di Nablus ci rideva sopra amaramente qualche giorno fa: – Non c’era mica bisogno di costruire uno zoo a Qalqiliya. Bastava mettere un cancello all’entrata della città: ed ecco creato uno zoo con ben 40,000 esseri umani da visitare, osservare e fotografare!

Ricordo un paio di mesi fa di aver conosciuto per le strade di Nablus un ragazzo di Qalqiliya. Gli avevo chiesto com’era la situazione nella sua città e mi aveva risposto con un tono disincantato:- Ogni anno gli israeliani sequestrano un po’ di terra in più, ogni anno il muro si allunga, le colonie si espandono, e il nostro spazio vitale si restringe. Poco a poco se lo stanno mangiando tutto il nostro paese. Per cercare di sdrammatizzare gli avevo risposto in modo scherzoso:- In fondo è colpa vostra, siete stati troppo bravi e troppo eroici nel difendere le vostre case durante la guerra, e adesso assieme a Tulkarem siete l’avamposto di tutta la Cisgiordania.

Ed in fondo è vero. Qalqiliya è la città più vicina al mare perché nel 1948 i nonni di questo ragazzo, aiutati dall’esercito giordano, hanno tenuto duro fino all’ultimo mentre tutti gli altri villaggi arabi dei dintorni venivano occupati, e in molti casi distrutti, dalle truppe israeliane. E ora gli israeliani poco a poco, con una strategia lenta ma inesorabile, costruendo un pezzetto di muro e un insediamento di coloni dopo l’altro, si stanno prendendo la loro rivincita e tentano di completare la loro annessione.

Il nodo scorsoio del muro che stringe Qalqiliya è chiaramente visibile sulle cartine delle Nazioni Unite, ma meno apparente al primo arrivo in città; e il centro di Qalqiliya si rivela essere animato e vivace, pieno di negozi e di attività. Dai racconti di alcuni amici ci aspettavamo che il suo zoo fosse piccolo, triste e in stato di degrado, ma in realtà è spazioso e molto verde, e nel complesso è tenuto abbastanza bene. Ci sono scimmie, leoni, ghepardi, coccodilli, ippopotami, e persino un orso; c’è un piccolo museo didattico, un parco giochi, e una caffetteria e un ristorante con tavolini all’aperto. Per una famiglia con bambini o per una scolaresca è il luogo ideale per trascorrere una giornata al tempo stesso avvincente e rilassante.

Insomma Qalqiliya ci lascia nonostante tutto un’ottima impressione, soprattutto grazie alla splendida giornata con presagi di primavera. E per vedere meglio il muro, partiamo alla ricerca di un punto di osservazione privilegiato…

Quattro Appunti

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