L'estate veneziana tra labirinti e rinascite

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Venezia. Se è vero che “Smarrirsi è l’unico posto dove vale la pena di andare”, come ha affermato lo scrittore Tiziano Scarpa, allora il Labirinto Borges a Venezia è il posto ideale in cui smarrirsi senza perdersi. Il Labirinto, ispirato al racconto di Borges “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, si trova sull’isola di San Giorgio e ha recentemente riaperto al pubblico, che per la prima volta ha la possibilità di percorrerlo interamente (info e prenotazioni: visitcini.com). L’esperienza si preannuncia di grande fascino. Ben 3200 piante di bosso disegnano infatti un percorso di un chilometro, ricco di richiami alle opere dello scrittore argentino: un bastone, gli specchi, due clessidre, un enorme punto di domanda, la tigre, il nome Jorge Luis e le iniziali di Maria Kodama, moglie dello scrittore. Che in occasione della riapertura ha ricordato: “Venezia era una delle città più amate o tra le più amate da Borges, è una città labirinto, è una città unica di una delicatezza e una complessità sottili e meravigliosa”. Visitatori e visitatrici potranno smarrirsi nel labirinto sulle note di “Walking The Labyrinth”, una colonna sonora d’eccezione composta proprio in occasione della riapertura da Antonio Fresa, noto per le colonne sonore realizzate per cinema e tv. La musica, trasmessa dalle audioguide a disposizione del pubblico, è eseguita e registrata dall’Orchestra del Teatro La Fenice.

Il Labirinto Borges si trova alle spalle dei due chiostri della Fondazione Cini – il primo progettato da Andrea Palladio – nome eccellente che ci fa scivolare nella seconda tappa del viaggio ideale attraverso Venezia, le Gallerie dell’Accademia. Qui, dopo due anni di restauri, dalla scorsa primavera è tornato a far parte del percorso espositivo il corridoio Palladiano, che si trova al primo piano delle Gallerie. Il corridoio, disegnato dal grande architetto per la facciata del convento della Carità, si attraversa attualmente in tutta la sua purezza architettonica, ma in futuro ospiterà le opere del pittore cinquecentesco Bonifacio Veronese, con i dipinti provenienti dal Palazzo dei Camerlenghi a Rialto, e una serie di ritratti di scuola veneta del secondo Cinquecento, in particolare di Jacopo Tintoretto. Per tutto il mese di luglio le Gallerie organizzano, ogni venerdì, aperture serali straordinarie con ingresso ridotto (dalle ore 19.15 alle ore 22.15, per info: gallerieaccademia.it).

Corridoio palladiano

Restiamo nel sestiere Dorsoduro per una tappa a Palazzo Grassi – Punta della Dogana che ospita la personale dell’artista americano Bruce Nauman (1941, Indiana, USA), una delle figure più importanti del panorama artistico contemporaneo. Il percorso di “Contrapposto Studies” si muove su tre linee tematiche della produzione di Nauman: lo studio d’artista come spazio di lavoro e creazione, l’uso performativo del corpo e la sperimentazione sonora. In particolare, la presentazione a Punta della Dogana si concentra su una serie di installazioni video create dall’artista negli ultimi anni e che propongono una rilettura attuale di uno dei suoi lavori storici, il celebre “Walk with Contrapposto” del 1968. Diverse opere in mostra sono inedite o sono presentate per la prima volta in Europa (fino al 9 gennaio 2022, per info palazzograssi.it)

La visita a Punta della Dogana è comunque consigliata anche ai palati meno abituati a masticare l’arte contemporanea, non fosse altro per la vista che offre su San Marco e il suo bacino e la bellezza degli spazi storici. L’edificio fu completato nel 1682, pochi anni prima della vicina Basilica della Salute, simbolo di rinascita e speranza per la città dopo la pestilenza (ne abbiamo parlato qui)

E proprio la storia di Venezia con i suoi momenti di nascita e rinascita e la sua capacità di affrontare le crisi e adattarsi ai tempi sarà al centro della mostra “VENETIA 1600. Nascite e rinascite” ospitata, a partire dal quattro settembre prossimo, a Palazzo Ducale. L’iniziativa guarda a Venezia e alla sua resilienza come modello interpretativo “per re-immaginarne un futuro possibile e ottimistico”. Oltre ai capolavori dei grandi artisti veneziani -da Carpaccio a Tiziano da Tiepolo a Canaletto- la mostra presenterà una selezione di miniature, disegni, tessuti, sculture, ceramiche, modelli architettonici, oggetti in vetro e d’uso quotidiano. Le opere provengono da musei e collezioni private italiane, ma anche dallo sconfinato patrimonio dei musei, chiese, biblioteche e archivi veneziani, e naturalmente dalle collezioni dei Musei Civici di Venezia (dal 4 settembre 2021 al 25 marzo 2022 – link)

Caterina Longo

Immagine di apertura: Labirinto Borges (ph. Matteo De Fina Courtesy of Fondazione Cini)

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