F35 due conti e un po’ di sana demagogia

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Stavo ascoltando Obama e Leon Panetta su RaiNews24 spiegare al popolo americano il perché dei tagli alle spese militari in questo periodo di crisi. Tagli da 460 miliardi di dollari in 10 anni.

E così sono andato a guardarmi il sito costruito dalla Lockeed Martin per pubblicizzare i nuovi F35 Jsf (https://www.f35.com/): “Proteggere le generazioni di domani significa impegnarsi per la 5a generazione di oggi” (riferendosi alla quinta generazione dei bombardieri). Nemmeno costruissero scuole e ospedali.

Ora, lo Stato Italiano dovrebbe acquistare 131 F35 al prezzo di 150 milioni ciascuno, per una spesa complessiva di 15 miliardi di euro. Lo stesso Stato che non ha i soldi per la benzina delle volanti e che chiede grossi sacrifici ai cittadini. E’ una scelta che merita di essere discussa maggiormente. Così come quella della nuova portaerei Cavour, 1,5 miliardi di spesa. Anche perché al costo d’acquisto di queste super macchine va poi aggiunto quello d’esercizio. (sulla capacità dello Stato italiano di far funzionare quello che acquista:  su 2000 braccialetti elettronici per i detenuti acquistati ne funzionano solo 8, al costo di 11 milioni e rotti all’anno).

Sul Corriere di oggi Michele Nones chiede una “discussione non ideologica, fissando il più presto possibile i tempi, le dimensioni e le caratteristiche della nostra partecipazione a questo programma”.  D’altra parte è vero che i vecchi aerei vanno sostituiti, ed è vero anche che, se ha senso investire, forse è meglio farlo nella tecnologia più avanzata possibile. Lo sottolinea il commentatore e sono ragionamenti condivisibili.

E sia. Mettiamo pure da parte l’avversione per bombe. Fingiamo pure di parlare di trebbiatrici, ma nel momento in cui stiamo tagliando qualsiasi cosa, anche il futuro delle generazioni più giovani, tagliare le spese militari mi sembra il minimo. Male alla salute non farà.

Lu.B.

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