All'egiziano Hossam Bahgat il premio Politkoskaja. Pensando a Giulio Regeni

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Si è aperta con un evento di grande intensità ed emozione la decima edizione del Festival Internazionale che Ferrara ospita nel weekend a cavallo tra settembre e ottobre. Nella mattina di venerdì 30 settembre, la sala principale del cinema Apollo ha visto giornalisti, studenti e rappresentanti delle istituzioni animare in maniera commossa e partecipata la cerimonia inaugurale del festival. Primo evento ufficiale è stata la consegna, da parte del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, del premio giornalistico intitolato ad Anna Politkoskaja.

Hanno partecipato alla premiazione le maggiori autorità cittadine, i partner organizzatori del festival e il direttore della rivista Internazionale Giovanni De Mauro. Ospite d’eccezione la famiglia Regeni. La madre e il padre di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto tra il gennaio e il febbraio scorso, sono stati protagonisti dell’evento che è succeduto al conferimento del premio giornalistico. Particolarmente importante la loro presenza anche durante la cerimonia di apertura, in quanto il premio intitolato alla grande giornalista russa è stato assegnato a Hossam Bahgat, giornalista e avvocato impegnato per i diritti umani nato e operante nella nazione in cui Regeni ha perso la vita: l’Egitto.

«Hossam Bahgat – spiega Giovanni De Mauro – è un giornalista attivo nell’ambito della tutela dei diritti umani,e scrive in una delle poche testate giornalistiche non governative. Purtroppo Hossam non può essere qui fisicamente perché il governo egiziano gli ha negato la possibilità di espatrio, ma sarà ugualmente presente grazie alla diretta Skype che abbiamo deciso di fare». Nel novembre del 2015 Hossam è stato arrestato, interrogato e rilasciato dopo un giorno. L’accusa: aver diffuso false informazioni.

Grazie alla videochiamata, Hossam Bahgat è riuscito a portare la sua testimonianza, con la quale l’uditorio è stato messo al corrente delle difficoltà che in Egitto un giornalista deve affrontare per la dura lotta per la verità, contro un regime sempre più autoritario e che costringe tutti sotto il suo pesante giogo. «Ringrazio la famiglia Regeni per aver partecipato a questa cerimonia, e per aver trasformato il loro dramma familiare in un’autentica lotta per la verità – ha detto Hossam Bahgat –. Casi come quello di Giulio sono drammatici, ma al contempo ci danno la forza per continuare il nostro lavoro e la nostra insaziabile volontà di giustizia, della quale la famiglia ha bisogno».

«Ricevere questo premio è un grande onore – conclude Bahgat – poiché come giornalista e come persona mi sono sempre ispirato allo stile e alla personalità di Anna». Il premio è stato ritirato da Lina Atallah, co-fondatrice e responsabile della testata Mada Masr, indipendente dal regime e per questo spesso osteggiata.

Federico Di Bisceglie

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