2021: fuga da Amsterdam. Case troppo care, non si trovano più infermieri, poliziotti e insegnanti

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Il motto di Amsterdam è: “Heldhaftig, Vastberaden, Barmhartig” e le tre ics sulla bandiera della città, in realtà tre croci di Sant’Andrea come quelle dei passaggi a livello ferroviari, ricordano proprio quelle tre parole: “Valorosa, decisa, misericordiosa”.

Per moltissimi giovani europei, invece, Amsterdam era ed è un simbolo di libertà e di modernità. Una fama appannatasi negli ultimi anni, ma che rimane nell’immaginario collettivo nel bene e nel male.

Chi scrive l’ha visitata per la prima volta nell’agosto 1990. Appena sceso dal treno ero stato avvicinato da un ragazzo con i capelli “rasta” che percorreva su e giù il binario in cerca di qualche spicciolo. A tutti ripeteva la stessa identica domanda: “Che c’hai du’ piotte?”. Essendo assolutamente all’oscuro del cambio piotta-fiorino olandese feci finta di non capire, ma era solo l’inizio.
In quegli anni Amsterdam era piena di miei coetanei e miei connazionali che adoravano fumare erba in giro per la città, non nei coffee shop, ma per strade e piazze, principalmente nei luoghi turistici più affollati. Molti erano interrailer come me, squattrinati come me, ma limitavano il viaggio a due sole grandi città europee: Amsterdam e Copenaghen, quest’ultima esclusivamente per raggiungere il quartiere di Christiania. Anni dopo è arrivato l’Euro e alla generazione “interrailer” è seguita la “generazione Erasmus” e poi quella “Ryanair”. Sono cambiati i giovani, le monete e anche Amsterdam che assomiglia sempre di più ad altre città europee, una sorta di Berlino sui canali o una Londra che non si prende sul serio. O, forse, è solo il pregiudizio di chi non l’ha mai amata troppo perché trovava Amsterdam poco “olandese”, preferendole l’easy life di Utrecht e Rotterdam.
Nonostante le mie frequenti visite, però, resto un viaggiatore occasionale, meglio affidarsi a chi vive in Olanda da anni, come la già citata Barbara Summa.

La chiacchierata parte proprio dalle mie preferenze per altre città olandesi, che Barbara Summa in parte condivide: “Lo spirito aperto che contraddistingueva Amsterdam, ora si coglie più facilmente a Rotterdam. Negli ultimi anni, la capitale olandese si è scordata del proprio ruolo innovativo e gioca di rimessa. La crisi economica e soprattutto quella abitativa ha cacciato via da Amsterdam una bella fetta di famiglie, creativi e di quella classe media che rendeva la città particolarmente viva. Quando spariscono le famiglie sparisce anche una serie di servizi collegati che sono il collante di una comunità Oggi risulta troppo cara, soprattutto per i costi delle case e la città non trova più infermieri, poliziotti e insegnanti. Professioni con stipendi che non permettono una vita decente ad Amsterdam”.

Una crisi abitativa che è tema all’ordine del giorno in mezza Europa e su cui si tornerà, ma che, a quanto pare, ha tolto ogni potenziale attrattivo della capitale olandese. La popolazione cittadina che aumentava di circa 10.000 abitanti ogni anno, nel 2020 è aumentata di 117 abitanti.

Quando Barbara Summa è arrivata in Olanda, le condizioni erano molto diverse: “Io qui ho trovato porte aperte che in Italia non potevo nemmeno sognare. E io sono un’immigrata. Credo che l’Italia potrebbe trovare ispirazione in un modello sociale come quello olandese per la sua dinamicità e apertura. Qui si può cambiare lavoro spesso perchè lo Stato ti sostiene tra un lavoro e un altro e il mercato del lavoro è molto dinamico. Il sistema olandese è anche molto competitivo ma comunque, solo per fare un esempio, permette ai giovani di uscire di casa e non li costringe a vivere in casa dei genitori. Anche se l’attuale crisi delle abitazioni sta bloccando anche questo, proprio in questi giorni c’è stata questa grossa manifestazione in Westerpark, siamo tornati alla carenza di abitazioni degli anni ’50”.
A chiederle quale sia la maggiore differenza tra Olanda e Italia, Barbara Summa risponde senza troppi dubbi: “Credo che l’Italia sia un paese “vecchio” soprattutto come atteggiamento verso la vita. Questo lo vedo in un perenne senso di minaccia e paura e infatti sulla paura giocano i discorsi politici degli ultimi trent’anni. Diventa un conservare a tutti i costi a scapito del costruire. Gli italiani sembrano odiare i bambini e i giovani e la pandemia sembra averlo mostrato in maniera ancora più evidente. In Italia ci sono parchi gioco che permettono l’ingresso solo a bambini accompagnati da maggiorenni mentre in molti cortili condominiali è ormai proibito qualunque gioco. Qui già a quattro anni mandano i bambini da soli al parchetto sotto casa”.

Poi il tono si fa ancora più esplicito: “ L’Italia sembra sempre più un paese vecchio,nel senso che si portano avanti idee vecchie che ascoltano le paure dei vecchi. È uno dei motivi per cui c’è poco spazio per i giovani e da spazio a gente vecchia”. I dati statistici su età media e natalità, purtroppo, confermano. (segue)

Massimiliano Boschi

Le puntate precedenti 1 2 3

Ti potrebbe interessare

Visti da là
La bicicletta di Amsterdam
Cartolina da Place de la République
Arrivare ad Amsterdam da Londra (in bus)
Saluti da Sarajevo