Anselm Kiefer, a Palazzo Ducale doppia installazione in dialogo con la storia di Venezia

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Anselm Kiefer esporrà una serie di nuove opere nella Sala dello Scrutinio e nella Sala della Quarantia Civil Nova di Palazzo Ducale a Venezia in occasione della 59a Biennale d’Arte. Kiefer è stato invitato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE) a presentare un’installazione di dipinti site-specific che dialogano con uno degli spazi più importanti di Palazzo Ducale e con la storia di Venezia. La mostra apre il 26 marzo 2022 e sarà visitabile fino al 29 ottobre.

Leggi anche: Biennale arte, a Katharina Fritsch e Cecilia Vicuña il Leone d’oro alla carriera

«A volte succede che ci sia una convergenza tra momenti passati e presenti, e quando questi si incontrano si sperimenta qualcosa di simile all’immobilità nell’incavo dell’onda che sta per infrangersi – ha detto Anselm Kiefer a proposito della mostra –. Avendo origine nel passato ma appartenendo in fondo a qualcosa di più di esso, questi momenti fanno parte tanto del presente quanto del passato, e ciò che generano è importantissimo».

Per Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, «lo scopo di questa grande opera è capire quanta necessità oggi abbiamo negli spazi pubblici di testimoniare il nostro tempo, di costruire una epifania della nostra era contemporanea, di “mettere in scena” il tempo presente e i valori universali».

La Sala dello Scrutinio è uno spazio di grande importanza all’interno di Palazzo Ducale. Era infatti la sede designata all’elezione del Doge, le cui pareti sono riccamente decorate da dipinti che celebrano il potere della Serenissima Repubblica di Venezia.

Leggi anche: Biennale di Venezia, curatori in rivolta: la Russia non ci sarà. In forse il padiglione Ucraino

Anselm Kiefer

Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce

La mostra prende il titolo Anselm Kiefer Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce dalle parole del filosofo veneto Andrea Emo (1901-1983), i cui scritti Kiefer ha incontrato per la prima volta sei anni fa. Il metodo artistico di Kiefer ha infatti profonde consonanze con il pensiero filosofico di questo autore.

Nell’installazione a Palazzo Ducale l’artista tedesco riflette inoltre sulla posizione unica di Venezia posta tra il Nord e il Sud e sulla sua interazione tra Oriente ed Occidente trovando connessioni altrettanto significative tra queste differenti culture, la storia della città e il testo dell’opera tragica di Goethe, Faust: Seconda parte (1832).

La mostra sarà accompagnata da un catalogo riccamente illustrato, pubblicato da Marsilio, contenente testi dei curatori Gabriella Belli e Janne Sirén e altri illustri autori: Salvatore Settis, Massimo Donà, Jean de Loisy, Elisabetta Barisoni e una conversazione tra Hans Ulrich Obrist e Anselm Kiefer.

Per info e biglietti: https://palazzoducale.visitmuve.it/

Anselm Kiefer, la biografia

Anselm Kiefer è nato nel 1945 a Donaueschingen, in Germania. Dopo aver studiato legge e lingue romanze, ha frequentato la Scuola di Belle Arti di Friburgo in Brisgovia e l’Accademia d’Arte di Karlsruhe, mantenendosi in contatto con Joseph Beuys.

Nato durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, Kiefer riflette sull’identità e la storia della Germania del Dopoguerra, alle prese con la mitologia nazionale del Terzo Reich. Fondendo arte e letteratura, pittura e scultura, Kiefer coinvolge i complessi eventi della storia e le epopee ancestrali della vita, della morte e del cosmo. Il suo sconfinato repertorio di immagini è parallelo solo all’ampiezza delle tecniche presenti nel suo lavoro.

Il monumentale corpus di lavoro dell’artista tedesco rappresenta un microcosmo della memoria collettiva, incapsulando visivamente una vasta gamma di allusioni culturali, letterarie e filosofiche – dal Vecchio e Nuovo Testamento, al misticismo della Cabala, alla mitologia nordica e il ciclo dei Ring di Wagner, alla poesia di Ingeborg Bachmann e Paul Celan.

L’opera di Kiefer comprende dipinti, vetrine, installazioni, libri d’artista e una serie di lavori su carta come disegni, acquerelli, collage e fotografie alterate. Gli elementi fisici della sua pratica – dal piombo, al cemento, dal vetro ai tessuti, alle radici d’albero ai libri bruciati – sono tanto simbolicamente risonanti quanto vasti. Integrando, espandendo e rigenerando immagini e tecniche, Kiefer porta alla luce l’importanza del sacro e dello spirituale, del mito e della memoria.

L’opera di Kiefer è stata esposta e collezionata dai maggiori musei del mondo, e tra le principali mostre si annoverano: “Bilder und Bücher,” Kunsthalle Bern, Svizzera (1978); “Verbrennen, verholzen, versenken, versanden,” West German Pavilion, 39a Biennale di Venezia, Italia (1980); “Margarete-Sulamith,” Museum Folkwang, Germania (1981); Kunsthalle Düsseldorf, Germania (1984, poi all’ARC Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Francia; e all’Israel Museum, Gerusalemme); “Peintures 1983-1984,” Musée d’Art Contemporain, Bordeaux (1984); e Art Institute of Chicago, Illinois (1987, poi al Philadelphia Museum of Art, Pennsylvania; Museum of Contemporary Art, Los Angeles; e Museum of Modern Art, New York, fino al 1989).

Foto di copertina: Anselm Kiefer portrait. Photo credit Georges Poncet

Ti potrebbe interessare