Trento, Festival dell'economia addio? Fugatti sceglie il Sole, Torino "accoglie" Laterza e Boeri

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Il Festival dell’economia di Trento cambia formula e diventa un infuocato caso politico nazionale. Anche l’evento fondato nel 2006 dall’editore Laterza e diretto dall’economista Tito Boeri, che per la prima volta ha portato letteralmente in piazza la “scienza triste” diventando un punto di riferimento nel panorama cultural-politico nazionale e non solo, sente il nuovo vento che spira nella Provincia autonoma di Trento, dal 2018 guidata dal leghista Maurizio Fugatti dopo decenni di amministrazioni di centrosinistra.

L’edizione 2022 del festival si terrà ancora in riva all’Adige, ma cambierà il “marchio” e dunque direzione editoriale: a progettarlo e realizzarlo non sarà più Laterza, ma il Gruppo Sole 24 Ore, ovvero Confindustria. La Provincia autonoma, che lo finanzia – gli altri promotori sono il comune l’università di Trento – lo ha rivelato con un comunicato il 10 settembre: «La Provincia autonoma aveva avviato circa due anni fa un percorso per arrivare a definire le nuove modalità di coorganizzazione del grande evento» si legge nella nota. Le due proposte pervenute, per l’appunto di Laterza e del Sole, sono state valutate da una commissione, poi la parola è passata alla giunta provinciale. Che ha scelto di cambiare decisamente rotta.

Laterza non ci sta: «Scelta politica»

Tutto liscio quindi? Ovviamente no. L’editore Giuseppe Laterza non l’ha presa affatto bene e ha bollato quella di Fugatti come una «scelta politica». Nel frattempo, ha annunciato Laterza, più di 20 città italiane si sono candidate per ospitare l’evento “esiliato” da Trento il prossimo anno, dunque in aperta concorrenza con l’appuntamento del Sole. L’autocandidatura fa più rumore è quella di Torino: sulle pagine de La Stampa è stato lanciato in queste ore un appello in grande stile promosso dal quotidiano, con tanto di raccolta di firme per portare nel capoluogo sabaudo la “creatura” di Laterza e Boeri.

I primi firmatari dell’appello sono i volti della città che conta: dalla sindaca uscente Chiara Appendino ai tre principali candidati successori Paolo Damilano (centrodestra), Stefano Lo Russo (centrosinistra) e Valentina Sganga (M5S), dal presidente della regione Piemonte Alberto Cirio  ai presidenti delle due potenti fondazioni torinesi – Francesco Profumo per la Compagnia di San Paolo, Giovanni Quaglia per Fondazione Crt –, da Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino, a Dario Gallina, presidente della Camera di Commercio Torino.

Tutte le carte di Torino per il Festival dell’economia

La firma più significativa è probabilmente quella di Profumo: sia perché la Compagnia di San Paolo che presiede è il primo azionista del Gruppo Intesa Sanpaolo, principale partner privato del Festival dell’economia, sia perché Profumo è anche presidente della Fondazione Bruno Kessler, centro di ricerca d’eccellenza controllato dalla Provincia di Trento oltre che ospite fissa del festival.

Come andrà a finire? Salvo sorprese, il Festival dell’economia resterà a Trento – il marchio d’altra parte è della Provincia – ma sarà qualcosa di diverso. Torino, o chi per essa, riuscirà a portare con sé i riflettori dei media nazionali e il pubblico di massa? In tal caso, sarebbe una sfida non da poco per Trento. I numeri delle prime 15 edizioni non mentono: oltre 2000 speaker, 27 lezioni di premi Nobel, 947 classi di scuole italiane partecipanti al concorso EconoMia, 350mila spettatori in sala, 56 milioni di accessi al sito… Dati che si traducono in pernottamenti, turismo culturale, visibilità internazionale. Insomma – perdonate il gioco di parole – il festival dell’economia fa girare molta economia. E consenso.

Comunque vada, cambierà la geografia culturale e politica di un pezzo di quello che una volta si chiamava “nordest”.

Giulio Todescan

 

In copertina: il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, foto Marco Simonini, fonte ufficio stampa Provincia

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